lunedì 23 maggio 2016

L'Opera di Roma riluce di modernità e mondanità

 Da tempo non si leggevano all'indomani di uno spettacolo d'opera nel teatro della Capitale, resoconti immediati, come accaduto dopo la 'Serata Valentino' che ha messo in secondo ordine la vera protagonista della serata  e cioè la Traviata del grande Verdi.
 In genere si attende quasi la fine delle repliche - e comunque non prima della domenica successiva al debutto -  repliche, che  in questo caso saranno tante e dureranno, dopo una pausa intermedia, fin verso la fine di giugno, anche per guadagnare qualche soldo onde coprire lo spropositato  ed ingiurioso costo della produzione, tutto compreso. Questa volta no.

Ma, curiosamente,  delle due cronache che abbiamo letto,  solo una si dilungava sull'elemento musica, dopo aver accennato alla mondanità  presente,  per non dirne un gran bene, e per criticare perfino la scelta del direttore Bignamini, inadeguato, benchè tenuto in palmo di mano da  qualche intenditore che poi critica i giovanotti che si affacciavano dalla buca del Piermarini, nell'epoca Lissner.  E la regia? Che ci sia ciascun lo dice,  'dove sia nessun lo sa'. Parola di illustre critico.

L'altra, invece, affidata a firma nuova di zecca del quotidiano di Via Cristoforo Colombo, nuova gestione, in ben due paginate racconta della serata 'glam'- la parole che attendavamo finalmente compare.  Ci conferma che non mancava nessuno all'Opera di Roma aperta alla modernità, con le regie, ed alla mondanità con le serate alla Valentino-Coppola.
 E poi inneggia al salvatore dell'Opera, Carlo Fuortes, che ha cancellato i debiti - chiariamo: ha utilizzato la Legge Bray che permette di  prendere dei soldi a tasso zero da restituire nel tempo, per sanare i debiti che forse questa nuova Traviata rischia di creare nuovamente - ed ha fatto rinascere il Teatro dell'Opera, con  per  la presenza della mondanità - come dice anche Balzaretti, in arte Abbagnato, che constata come un teatro al collasso con l'arrivo di Fuortes, sia ora diventato 'un gioiello e un motivo di orgoglio per la città'
 Il giornale non  s'arrischia di aprire il discorso sulla musica - potrebbe sempre opporre non essere di sua competenza, avanzando: che c'entra la musica? - per non rovinare la festa.

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