Quirino Principe non è nuovo a azioni di lotta in favore e difesa della musica 'forte'- come egli ama chiamare la musica, quella con l'iniziale maiuscola, esortando tutti ad imitarlo e a fare altrettanto, a cominciare dall'uso di un termine più appropriato.
Anche sull'Arena si è speso altre volte, prima d'ora. Ai tempi della nomina del nuovo sovrintendente, sottoscrisse una petizione perché non fosse confermato Girondini, del quale - insegnando all'Accademia dell'Arena - conosceva evidentemente fatti e misfatti. Ma poi Tosi, contro l'evidenza e le proteste del mondo musicale lo ha fatto riconfermare con il risultato di far piombare l' Arena nel baratro del fallimento.
E, così dopo neppure un anno dalla riconferma di Girondini, Tosi stesso ha dovuto farlo dimettere ed ha chiamato al capezzale dell'agonizzante platea più grande del mondo, il ministro Franceschini che gli ha spedito Carlo Fuortes, specialista nel far uscire da situazioni comatose istituzioni culturali e musicali del nostro paese, salvo ricadute e cure di pronto intervento sbagliate.
Quirino Principe vorrebbe che l'Italia fosse un paese consapevole della propria tradizione, del proprio passato, dei suoi grandi valori che il mondo intero riconosce ed il nostro paese calpesta, condanna l'analfabetismo musicale, radice di tutti i mali italiani del settore ecc...
E denuncia anche l'assurdo di una Arena, che già da sola merita di essere assalita dal pubblico, e che ,invece, a poco meno di due mesi dall'inizio della stagione estiva ha invenduti il 50% se non addirittura il 60% dei biglietti. Una vergogna, per la quale i vertici della Fondazione lirica non possono chiamarsi fuori da ogni responsabilità.
Fa bene Fuortes a dichiarare, appena entrato negli uffici dell'Arena e prima ancora di vedere le carte, a dichiarare che il ritmo e il livello della vendita dei biglietti incoraggia a lavorare per la salvezza dell'Arena. Lo farebbe ogni generale per incoraggiare le truppe prima della battaglia decisiva, specie quando le cose si mettono davvero male. Ha sempre fatto così, e continua a farlo anche per ogni spettacolo della sua Opera di Roma, salvo i casi in cui le sue rosee previsioni ed i suoi incoraggianti auspici siano contraddetti o ridotti dall'evidenza.
Quirino Principe - che vede già il sereno tornato a splendere nel cielo areniano - arriva ad augurarsi che il salvataggio, dato per scontato, non preluda ad altra ricaduta mortale.
Che non è del tutto scongiurata finché la governerà Tosi o un suo sodale che vorrebbero l'Arena ricoperta per usarla ogni giorno e non solo d'estate per ogni manifestazione, comprese quelle sacrileghe che già si sono viste con spettacoli indecenti di nani e ballerine sui pattini e presentatrici pacioccone, a favore di telecamere.
Tosi si deve mettere bene in testa che in Arena, la cui grandezza tutti invidiano, gli spettacoli operistici- inquilini d'elezione - devono essere curatissimi in ogni dettaglio, da quello visivo a quello musicale, che è il più importante e per il quale ogni estate la folla riempie l'immensa platea, di quasi 14.000 posti. E che , di conseguenza, se anche l'Arena fallisse la colpa è dell' incapacità ed insipienza dei suoi gestori. Capito Tosi?
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