Ci saremmo immaginato tutto, ma non che un giorno saremmo corsi in aiuto - non richiesti, sia chiaro! - di Michele dall'Ongaro che anni fa ( nel 2007) ci tradusse in tribunale accusandoci di calunnia - accusa dalla quale il giudice, nel 2013, ci scagionò senza riserve, sottolineando che quando avemmo a scrivere su Music@ che lui la sua carriera se l'era costruita attraverso l'incarico di dirigente responsabile della musica a Radio Tre, avevamo semplicemente esercitato il nostro diritto di critica, con le dovute maniere. Nè più nè meno.
Dicevamo allora, fatti alla mano che la carriera di compositore di dall'Ongaro s'era enormemente sviluppata in quegli anni -i primi anni Duemila, dopo che aveva avuto quell'incarico in RAI. E, infatti, dimostrammo, dati alla mano, che dopo anni in cui ( dal 2001 al 2003) egli aveva avuto una o due esecuzioni in tutto per anno, negli anni seguenti il volume di esecuzioni o commissioni o prime assolute s'era enormemente ampliato. I numeri, da soli, lo dicono chiaramente.
Nel 2004, 15 esecuzioni, 5 prime assolute; nel 2005,10 esecuzioni, 2 prime assolute; nel 2006,15 esecuzioni, 5 prime assolute; nel 2007,18 esecuzioni, 3 prime assolute; nel 2008,16 esecuzioni,6 prime assolute, 4 commissioni. (Il nostro conto, desunto dal sito della Suvini Zerboni, suo editore, si ferma a quell'anno, quando ci toccò controbattere alle sue accuse).
Inutile specificare che alla base di quel volume di esecuzioni, prime assolute ed anche commissioni c'era sicuramente il potere esercitato in RAI, dove peraltro in tutti quegli anni non aveva mai trasmesso un suo brano, occorre precisarlo (naturalmente le esecuzioni che abbiamo enumerato riguardano quasi esclusivamente l'Italia), ma c'era anche e prima ancora il merito, ovvio.
Poi un giorno dall'Ongaro, decise di prepararsi a succedere a Cagli all'Accademia di Santa Cecilia, dove occupa ora la Sovrintendenza. Negli anni di apprendistato sotto l'ala protettrice di Cagli, le voci del peso del suo incarico in RAI nell'ascesa ceciliana non erano un mistero per nessuno. Anzi Cagli stesso - da quel che si lesse in una durissima lettera del Card. Bartolucci - aveva caldeggiato l' ascesa di dall'Ongaro, e prima anche la sua ammissione fra gli accademici, davanti al consesso degli Accademici, dicendo espressamente che il suo 'incarico in RAI avrebbe potuto giovare all'Accademia'. E infatti ha giovato, ma anche a dall'Ongaro.
Il quale però, lasciata la RAI, è pressochè scomparso dai concerti in Italia, per quanto ne sappiamo ( Quest'anno, fino ad oggi, una sola esecuzione di un vecchio pezzo, agli Amici della Musica di Modena. Ton sur ton per due pianoforti, battezzato dalla coppia Prosseda-Ammara, a Sermoneta, appunto, negli anni in cui Dall'Ongaro era alla guida del Festival Pontino).
E se non fosse ora per qualche amico restatogli 'fedele' - come l'Ivan, che insegna nei suoi corsi all'Accademia ed è anche direttore della Biennale Musica; o come Paolo Baratta , presidente della Biennale ma contemporaneamente dell' Accademia Filarmonica nel cui comitato direttivo siede anche dall'Ongaro - non gli sarebbe venuta neanche la commissione dalla Biennale Musica 2016.
E' proprio vero: la gratitudine è un fiore che gli umani non coltivano. Mentre sicuramente lo coltiva dall'Ongaro che, per tale nostra disinteressata difesa, ci riammetterà ai concerti dell'Accademia dai quali ci ha estromessi, non sappiamo perchè.
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