Loro, Fuortes e Marino - mettiamoci anche Franceschini che li ha seguiti a ruota - l'avevano detto: a Berlino si fa come vorremmo fare noi a Roma, e cioè - avevano detto - i teatri berlinesi, ben tre, fra i più famosi del mondo, in uno dei quali comanda Barenboim, hanno orchestre esterne. E facevano anche l'esempio dei Berliner che sono costituiti in fondazione ecc... ecc... A parte il paragone sacrilego fra orchestra dell'Opera di Roma e Berliner - checchè ne dica Muti - sacrilego in ogni senso, dalla grande storia mai interrotta alla sublime qualità alla teutonica moralità professionale che a Roma non sanno dove siano di casa, e a Berlino sì; il bello è che a Berlino mai e poi mai si sognerebbero di fare come vogliono fare quegli ignoranti barbari di Fuortes, Marino e Franceschini . manovrati da dietro le quinte da quell'omone burattinaio che di nome fa Nastasi. Fanno così anche a Vienna. Puntualmente arriva la smentita prima da Vienna, da dove il sovrintendente della Staatsoper, grida allo scandalo della cosiddetta esternalizzazione: un teatro che fa opera almeno per un centinaio di sere l'anno - ma nei progetti di Fuortes l'Opera aprirà le sue porte almeno 465 giorni su 365; sull'esempio di quel che fa all'Auditorium dove da ora alla prossima estate, dunque in poco più di 200 giorni farà 600 spettacoli, oltre manifestazioni, convegni, fiere o ristoranti - non può ricorrere ad una o più orchestre esterne: complicherebbero la vita, anzi la renderebbero impossibile , e alla fine costerebbero di più, oltre che economicamente, anche in termini di qualità (mancante!).
Dopo Vienna sono arrivate le attestazioni di Scala e Santa Cecilia, dello stesso tenore, ancora più importanti proprio perché hanno ricevuto l'autonomia e dunque potevano farsi i fatti loro. No, hanno capito che con questa decisione scellerata - che tutti suggeriscono di ritirare prima che sia troppo tardi - il sistema del melodramma in Italia rischia grosso. E' curioso che solo Fuortes e Marino non lo capiscano e che ora, pur di non far marcia indietro, preferiscano attirarsi le critiche, ragionate, di mezzo mondo musicale.
Infatti da Berlino prontamente, i tre teatri d'opera, la Staatsoper, la Deutsche Oper e la Komische Oper mandano a dire: attenti a quel che fate, questa decisione segna l'inizio della fine, e, così dicendo, solidarizzano con gli orchestrali, ma non per ragioni sindacali, semplicemente perchè sanno bene che con il sistema di 'salvataggio' che Fuortes e amici barbari vogliono mettere in atto, in breve tempo tutto andrà in malora. Siete ancora in tempo, aggiungono, fate marcia indietro.
Certo Fuortes, Marino e Franceschini - ed anche l'omone burattinaio Nastasi - vengono ogni giorno sbugiardati e sbeffeggiati a causa delle loro ignoranza e incompetenza, e sarebbe ora che ritirassero il licenziamento e si mettessero intorno ad un tavolo con gli orchestrali per accordarsi, oppure, come ultima saggia decisione, si ritirassero in buon ordine, lasciando il campo ad altri.
Resta tuttora aperta la questione 'Aida' dell'inaugurazione. Ma è mai possibile che, mancando Muti, non si possa inaugurare la stagione con un altro direttore, stante la volontà degli orchestrali di lavorare regolarmente? Come stanno facendo in questi giorni con il balletto, e come avrebbero dovuto fare nelle occasioni in cui hanno scioperato, costringendo con la forza, se necessario, Fuortes a discutere con loro?
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