Sembra ricomposto l'organigramma del Teatro Massimo di Palermo dopo la 'seconda primavera' siciliana, con Leoluca Orlando di nuovo a reggerne le sorti comunali. Il sindaco ha sacrificato per il bene del teatro ( e della città aggiungono i maligni) il suo assessore alla cultura, Francesco Giambrone, come aveva già fatto nella prima primavera siculo-palermitana, destinandolo per la seconda volta - un film già visto e che potrebbe ripetersi all'infinito con i prossimi giri di valzer e gli ineluttabili ritorni - a condurre in porto la nave del Teatro Massimo che sempre lui e Giambrone, avevano ricevuto in dote quasi preda di un naufragio ( economico), da Cognata - come hanno gridato ai quattro venti. La storia è ben nota, ad ogni cambio di casacca comunale, il sindaco quando vuol mandare a casa uno degli amministratori designati dalla precedente giunta, tira fuori un buco nel bilancio - la quale cosa purtroppo assai spesso è reale - della società che amministra, come puntualmente hanno fatto l'ammiraglio leoluca ed il capitano di vascello francesco, al momento in cui hanno visto la nave loro destinata, attraccata in porto.
Il capitano di vascello, in perfetto accordo con l'ammiraglio, sta rinnovando tutti gli incarichi di vertice nei vari settori della sua nave, dal capo macchina al capo cuoco al capo sala al maestro dell'orchestrina. E dove va a cercarli, se non dove risiede la società armatrice, nel nostro caso in Sicilia?
Ecco le prime nomine: a guidare la sala macchine, in accordo perfetto con l'ammiraglio, Francesco il capitano di vascello ha chiamato Oscar; che torna in Sicilia, dopo aver lavorato in continente ed in Francia con altri armatori. Il suo cognome, Pizzo, non è fra i più adatti all'ambiente palermitano, ma tant'è uno il cognome non se lo può scegliere, e poi ha tempo per smentirne il significato, lo farà con le sue azioni. E' stimato, è originario di Siracusa, ed anche se cambia lavoro, dal ricevimento merci e passeggeri alla sala macchine, gioca a suo favore la giovane età e l'intelligenza acuta che presto userà per adattarsi ad ogni situazione.
La musica dell'orchestra che allieterà la navigazione, che si augura felice, è affidata a Gabriele Ferro, siciliano di Palermo, se non andiamo errati; che finora non ricordiamo abbia goduto di grande considerazione nella sua città natale. Ora, dopo aver navigato anche in Allemagna, torna nell'isola. Negli isolani è impossibile cancellare il ricordo della patria, che essendo da grande mare circondata è terra a sè, difficile da assimilare a qualunque altra.
E così l'Orlando 'ritornato' sta ricomponendo a Palermo il 'clan dei siciliani' ( Giambrone, Pizzo, Ferro), detto esclusivamente per le origini dei tre, senz'altra allusione denigratoria. Ci mancherebbe.
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