Da quello che scrivono oggi i giornali, sembra che a Torino sia tornato il sereno, al Nuovo Regio, dove il consiglio di indirizzo - la grande rivoluzione di Bray, suggerita da Nastasi - ha confermato Vergano che lì comanda da qualche decennio, il quale sembra aver fatto pace con Noseda, chiamando come direttore artistico Gaston Fournier-Facio, in uscita dalla Scala, dopo l'arrivo di Pereira, e quindi libero ed in circolo. Certi direttori artistici o sovrintendenti, e il discorso vale per tanti altri uomini di potere ( o donne, come nel caso della Francesca Colombo che uscita malamente da Firenze, torna al suo MiTo con Micheli, ed al Festival di Cremona, beata lei!), sono come i virus che una volta entrati in circolo non ne escono più. Gaston Fournier-Facio, coordinatore artistico alla Scala, mentre il direttore artistico e sovrintendente era Lissner, ma per i cast vocali c'era 'el greco', in effetti non si sa bene cosa facesse. Di certo si sa che 'coordinava la direzione artistica', e basta. Ma una volta entrato per quella porta, lui diventa il direttore artistico della Scala, facente funzione, ora libero e pronto per ogni incarico, al quale arriva l'invito da Torino. Buona fortuna! In circolazione ora resta Arcà, un giorno o l'altro anche lui troverà un impiego, avendo lasciato Parma, dopo Firenze, prima Genova , prima ancora Milano, arrivato dopo Roma ( Accademia Filarmonica), a seguito di Roman Vlad. E a spasso anche lui non ci resterà.
Riciccia l'Unams di Dora Liguori che a nome della Unione Artisti che presiede, di grande memoria e notorietà, ha fatto un esposto in tribunale contro i licenziamenti all'Opera di Roma. Protesta sacrosanta, meglio se non la faceva la Liguori che con il suo sindacato ha fatto le peggiori battaglie della storia dei musicisti italiani. Sembrava scomparsa, il casino dell'Opera davvero non ci voleva, perchè l'ha resuscitata, quando era meglio che fosse rimasta dov'era era stata relegata negli ultimi anni.
E ricompare anche Cecilia Bartoli - nessun paragone con la Liguori, a scanso di equivoci - che, come fa periodicamente, ripubblica un disco con musiche pescate negli archivi di mezzo mondo, e per annunciarne l'uscita indice una conferenza stampa e anticipa anche le date di una tournée europea per pubblicizzarlo. Nella tournée avviata a Parigi, con un concerto di presentazione, non c'è posto per l'Italia, dove invece verrà, alla Sala, in occasione dell'EXPO, chiamata da Pereira che al suo teatro di Zurigo l'ha giustamente coccolata. Della Bartoli cantante eccelsa non abbiamo cambiato parere, Come del resto non abbiamo cambiato parere sul suo modo di fare sul quale noi abbiamo, invece, spesso avanzato critiche. A seguito delle quali, quando le abbiamo richiesto una intervista, negli anni passati, tramite la sua casa discografica che organizza anche questi tour promozionali, lei ci ha fatto rispondere che non gradiva l'intervista, in ragione delle nostre critiche. mentre sarebbe forse stata l'occasione per chiarire alcuni punti di critica. Naturalmente, inutile dirlo, sia noi che Lei viviamo bene anche senza quell'incontro richiesto e rifiutato. Ciò che invece non ci è piaciuto - e lo diciamo - delle sue interviste parigine, è l'accenno a Muti, dove dice che è grave che un paese come il nostro se lo sia lasciato sfuggire, costringendolo a non dirigere più una delle nostre maggiori istituzioni. Sì, ha ragione la Bartoli, ma lei quando per volontà di Pereira ha preso il posto di Muti a Salisburgo come direttrice del festival barocco, non ha espresso la stessa ammirazione e stima per il grande direttore, Ha preso il suo posto e basta.
Per fortuna che poi ha aggiunto che è dispiaciuta che gli orchestrali dell?opera di Roma siano stati mandati a casa e giustamente si è domandata: che ci stanno a fare allora gli amministratori. Come a dire: che aspettano ad andarsene? Voleva dire questo, non vorremmo interpretare male il suo pensiero e meritarci ancora una ramanzina.
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