Sono passati giusto 150 anni prima che Rossini vedesse esaudito il suo desiderio di vedere accolta il suo capolavoro sacro estremo, quella Petite Messe Solennelle, per la quale aveva inutilmente rivolto supplica al pontefice dell'epoca perché riconoscesse a quel capolavoro di arte e di fede il carattere sacro anzi liturgico. negatogli da quel papa per ragioni che all'epoca sembrarono sacrosante - presenza delle 'donne' fra i solisti e nel coro, e uso dei due pianoforti nella parte strumentale' - ma che viste con il senno di poi, appaiono addirittura ridicole. A papa Francesco questo particolare gli sfugge e non importa affatto, anche perché non si occupa della questione, giustamente occupato a governare e rivoluzionare la Chiesa - che è poi il compito principale di un Pontefice.
La sala nella quale per la prima volta verrà eseguita la Messa di Rossini è la Sistina che - viene fatto notare - per la prima volta viene 'affittata' a privati (Porsche) per uno scopo benefico, evangelico: raccogliere fondi per i più poveri e per i malati.
La eseguiranno i solisti, il coro e tre strumentisti ( per i due pianoforti e l'armonium) dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia diretti da Ciro Visco, musicista di vaglia e napoletano, lodato anzi esaltato nell'ultimo, recentissimo, libro di Paolo Isotta, per Marsilio editore, 'La virtù dell'elefante'.
Non è la prima volta che la Sistina ospita un concerto vero e proprio dopo i fasti di epoca rinascimentale e barocca, e dell'Ottocento, quando la Cappella musicale, che reca il nome di Cappella Sistina, rendeva ancora più solenni le liturgie papali.
Non quando, negli anni Ottanta, Bernstein ( gli era stato allestito un curioso camerino, una tenda, poltrona e tavolino con alcolico in bella mostra, assistito da Alessio Vlad - grande compositore, direttore d'orchestra e attuale direttore artistico dell'Opera di Roma in scadenza, allora giovanissimo) - diresse l'Orchestra di Santa Cecilia in Vaticano: la sala nella quale quel concerto fu ospitato fu un'altra. Invece solo pochi anni fa la Sistina ospitò il concerto della Hofkapelle di Vienna, diretto da Muti in onore di Giovanni Paolo II ( la Giansoldati, vaticanista ottima, ha scritto ieri sul Messaggero che Muti dirigeva la Filarmonica della Scala. Errore!), in diretta televisiva, con la telecronaca di Bruno Vespa, dal suo Porta a Porta 'memorabile', con telefonata papale.
Domani nella Sistina siederanno 38, dico trentotto, specialissimi ospiti, che dopo una visita al Museo, ascolteranno - quasi sicuramente annoiati - il capolavoro di Rossini - 'margaritas ante p... secondo l'insegnamento evangelico - poco importa se poi mettono mano al portafogli e cacciano parecchie migliaia di Euro che andranno ai poveri, dopo aver saldato il conto con Santa Cecilia che certamente non parteciperà alla beneficenza.
Come fisicamente al concerto non parteciperà papa Francesco, impegnato nel sinodo ed in altre mille giustificatissime faccende ecclesiastiche. Il papa, il mejo' degli ultimi decenni, non trova mai il tempo per prendere parte ad un concerto; ha sempre un 'altro impegno più importante, mentre ne trova di tempo, ed anche tanto, quando deve incontrare i giocatori di pallone - l'ha fatto ben due volte di recente - fra i quali si sente più pastore, oltre che tifoso, di quando assiste ad un concerto, non gli importa neppure se trattasi di una messa, forse della più geniale mai scritta.
Finita l'esecuzione della Messa di Rossini i 38 selezionatissimi invitati - chissà perché quel numero, se nella Sistina ve ne entrano anche di più (solo 38 erano disposti a sborsare una bella cifra?) cambieranno sala per andare ad abbuffarsi ai tavoli apparecchiati da una grande azienda di catering che già immaginiamo quale sicuramente sarà. Non c'è bisogno che lo diciamo. Ed anche quella sicuramente non fa beneficenza. Semmai è la Porsche e i 38 invitati che la fanno al catering di un famigliare di un noto personaggio della politica. Indovinate!
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