Siamo noi la 'grande bellezza' scandivano gli studenti che hanno manifestato qualche giorno fa nelle piazze e per le strade delle più importanti città italiane. Lo gridavano al ministro Giannini ed alla sua riforma che, ironicamente, chiamavano 'la nuova scuola'. Soldi e fondi promessi e mai arrivati per dare una sistemata agli edifici scolastici - a L'Aquila, salvo i pochi interventi effettuati all'indomani del sisma, la 'sistemata' promessa a tutti gli edifici scolastici, la attendono ancora! - per dotare gli istituti delle attrezzature necessarie, dare un futuro ai giovani, al termine del percorso di studi, per premiare il merito che da anni viene promesso agli insegnanti - la vera spina dorsale della scuola come il premier va dicendo, ed insieme a lui anche la Giannini - esattamente come faceva la Gelmini , sarà forse per la rima - senza che nulla avvenga, e tutto viene sempre rimandato, anzi peggiorato. Una botta alla scuola ed una agli insegnanti, data dagli stessi presidi, in quanti casi, insegnanti inetti votati da insegnanti altrettanto inetti. Perchè, sia chiaro, di inetti e mediocri ve ne sono anche nella scuola e nella stessa quantità, abbastanza alta, che si riscontra nella società, altrimenti da dove sarebbero usciti tanti parlamentari e politici che ogni giorno danno di sé spettacolo di incapacità e inettitudine? Gli studenti contestano tutto questo, vogliono una scuola che li formi e vogliono che il paese pensi a loro, al loro futuro, altrimenti una generazione intera, come vanno dicendo da tempo, verrà saltata, come se non fosse mai esistita.
Avendo insegnato per molti e molti anni, siamo veramente preoccupati all'idea che il preside dia i voti agli insegnanti. Pensiamo di poter dire, senza timore di essere smentiti e sulla base della nostra esperienza, che se sarà il 50% a giudicare rettamente e secondo merito, gli insegnanti, saremmo già a cavallo, un paese all'avanguardia nelle strutture scolastiche. Come può un direttore di istituto - mettiamoci anche i Conservatori nei quali abbiamo esercitato per un trentennio circa la nostra attività di insegnante - giudicare il merito di alcuni suoi docenti che ne hanno votato la sua elezione a capo d'istituto e che vengono, indipendentemente dal merito, anzi a dispetto di questo, premiati con corsi aggiuntivi che rappresentano una elemosina, ma sempre ben gradita dai poveri insegnanti straccioni? Pensiamo anche che un direttore che per censura nei confronti del direttore responsabile, impedisce la pubblicazione di una rivista prestigiosissima edita dal suo istituto per molti anni... quel direttore non potrà mai giudicare il merito di ottimi insegnanti, qualora abbiano avuto da ridire della sua gestione. Ne abbiamo le prove.
Nonostante tutto, nonostante anche la cattiva compagnia di tanti colleghi, brava gente ma insegnanti pessimi, talvota analfabeti, interessati a coltivare i propri meschini e miserabili interessi, ogni volta che pensiamo agli anni passati sulla cattedra, ci prende una autentica nostalgia e il desiderio folle di ricominciare. Ricordiamo tanti volti di giovani vispi, acuti - senza dimenticare tanti altri che, purtroppo, abbiamo cercato di aiutare ma che a poco è loro servito il nostro aiuto - e immaginiamo il loro futuro. Ne siamo certi che questi si tireranno fuori dalla palude nella quale chi governa, a dispetto delle parole, vuol far vivere la gioventù, anche la bella gioventù, la vera grande bellezza del nostro come di ogni altro paese al mondo. Non siete convinti? Guardate negli occhi quelle belle facce di ragazzi che a Genova si sono ritrovati in centinaia per dar aiuto ai cittadini alluvionati. Fissateli bene, non li dimenticherete più, mentre vien subito da dimenticare le facce di Burlando e Doria ed anche, permetteteci quella di Fabio Fazio, che 'saluta gli amici genovesi che ci stanno guardando', magari in poltrona galleggiando nel fango. Non ci sono andati i politici - ah, sì ci andranno ma solo domani, quelli di Grillo, a fare atto di presenza a non a spalare fango e merda - l'esercito è arrivato tardissimo e solo per far fronte al prossimo pericolo che fino a questa notte è ancora incombente. Ci sono andati i giovani, quelli che non saranno mai troppi se si vuol pensare ad una società migliore. I giovani come la ragazza pakistana insignita del Nobel per la pace che il suo messaggio l'ha lanciato ad una platea autorevole, dalla sede dell'ONU, qualche tempo fa:" un libro, un quaderno, una penna, un insegnante cambiano il mondo".
Nessun commento:
Posta un commento