Sordo ed anche pusillanime. Gliele hanno cantate in tutti i modi e tutte le tonalità, ma lui fa finta di non sentire. Gli hanno detto che la sua esternalizzazione-pilota - addirittura un modello da imitare - non è che l'inizio della fine; aveva detto che fanno già così perfino i Filarmonici di Berlino, e i Filarmonici di Berlino gli hanno risposto che lui sta cercando di distruggere l'Opera di Roma e che non sa quello che dice, perché solo il 'tempo indeterminato e l'internalizzazione di un organico musicale' garantisce qualità alle prestazioni artistiche. E lui ha risposto che i singoli potranno farsi fare un contratto a tempo indeterminato dalla cooperativa o associazione o fondazione nelle quali vorranno costituirsi gli strumentisti ed i coristi dell'Opera di Roma.
E poi al momento di incontrare i sindacati, il giorno di Rigoletto, come d'accordo, lui non va all'incontro, e manda il direttore del personale, lo manda a dire che i licenziamenti sono confermati e che non si torna indietro, questa è la strada che il teatro intende seguire per sanare l'indebitamento e correre più veloce verso la rinascita. Una débacle, con Fuortes che se ne fotte, e non si ritira in buon ordine, almeno per salvare la faccia e il sindaco coperto di vergogna da tutti sta a guardare, mentre convoca un nuovo consiglio di amministrazione, per esaminare il da farsi. Ogni giorno, ogni nuova mossa segna la definitiva morte dell'Opera di Roma, e se non avverrà in tempi ristretti, basterà che parta la nuova stagione 'della grande opera' - come si vergognano a mandare in giro questa pubblicità menzognera! - per dimostrare nei fatti che la soluzione miracolosa del Fuortes, l'ignorante, era una 'bufala', o 'sola' come si dice a Roma.
E ieri tanto per riaccendere le tensioni, il direttore del personale ha annunciato il licenziamento in tronco, dunque senza attendere il 31 dicembre, del rappresentante della CGIL Faillaci, perché avrebbe 'timbrato il cartellino di presenza della moglie' - sorella di Catello De Martino, non dimentichiamolo! a Caracalla, mentre la signora, corista anche Lei era assente. Dunque avendo truffato il teatro è stato licenziato immediatamente. La reazione dell'interessato è stata: hanno punito la mia azione di contrasto ai licenziamenti. E del resto, nei giorni scorsi già un'altra corista aveva denunciato la proibizione di Fuortes per tutti i dipendenti del teatro di manifestare pubblicamente opinioni contrarie alla linea del teatro stesso, meglio di parlare pubblicamente del teatro. Una censura messa in atto dal democraticissimo Fuortes.
Sembra che stando così le cose la recita del Rigoletto di ieri sera, prima di una serie di repliche, potrebbe restare 'prima ed ultima'. E si va allo scontro duro. Volevano questo Fuortes e Marino? Che altro di peggio può accadere ad un teatro, per colpa di un incapace, FUORTES, sostenuto da un incapace più incapace di lui, MARINO? Ci sarà occasione di rimediare al disastro una volta che anche loro, buon ultimi ( non aiutati affatto dal Consiglio di amministrazione che è composto da belle statuine mute ed imbellettate) si renderanno conto di come si fa presto a distruggere qualcosa che si è costruito in anni ed anni ?
Avrebbe mai il sindaco con la barba, licenziato in blocco 190 lavoratori di uno qualunque dei settori nei quali il Comune esprime il suo patto di servizio con la cittadinanza? Perché è stato così tollerante con gli autisti dei mezzi pubblici che marcavano visita regolarmente, non presentandosi al lavoro? E perché non lo ha fatto neanche con gli operatori ecologici che ogni giorno, il 20% per cento degli addetti al servizio, restavano a casa? Se lo avesse fatto gli avrebbero fatto un c... così - ci si passi l'espressione, volgare. Con la musica invece sì, e la cosa più grave è che ha come spalla uno che si autodefinisce esperto di 'economia della cultura'. Alla faccia dell'esperto.
E' evidente a tutti che Fuortes non può restare un giorno di più. Per salvare la sua faccia di amministratore incapace ogni giorno ne combina qualcuna, aggiungendo disastri a disastri( perché ieri non è andato lui all'incontro con i sindacati? Pusillanime! Era occupato sul 'black carpet', black per lui, dell'Auditorium cinematografaro, nel quale tiene ancora un piede e che non intende mollare, augurandosi, dopo il disastro all'Opera, di restare ancor come amministratore delegato? Perchè il teatro tutto intero non si decide a 'protestare' il sovrintendente anche davanti alla magistratura - come qualche volta fa un'orchestra nei confronti di un direttore ospite rivelatosi incapace per il compito cui è chiamato: dirigere un'orchestra - per evidente incapacità?
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