Siamo rimasti sempre colpiti - positivamente s'intende - dalla lettura delle cosiddette pagine 'eventi' che Corriere, Repubblica e Sole 24 Ore pubblicano a pagamento, in occasione di inaugurazioni di stagioni o di festival musicali od altro, anche se non meritevoli. Quando c'è qualcuno che paga, il giornale fa quel che vuole l'ordinante, con reciproca soddisfazione. E ne abbiamo lette di belle, come il panegirico - ne citiamo solo uno - di un sedicente regista e organizzatore musicale che da anni infesta la Sicilia, ed anche qualche zona di Roma, di cui non ricordiamo il nome e per questo , solo per questo, non citiamo.
Nelle ultime settimane siamo rimasti colpiti dalle presentazioni della stagione dell'Accademia di Santa Cecilia. Panegirici e peana su panegirici e peana. E gli uni e gli altri meritatissimi.
E pure ci ha colpiti il tono quasi di sfida di un collaboratore del Sole 24 Ore, il quale s'è arrischiato a scrivere che mentre farebbe anche un lungo viaggio per ascoltare il tale o talaltro pianista, mai si sognerebbe di fare altrettanto per ascoltare Lang Lang, in cartellone a Santa Cecilia. Ma come? Chi è costui che si è permesso di infrangere la regola: 'se io ti pago, non puoi decidere tu di chi devi parlare ed in che modo, perchè questo spetta a me che ti pago'.
Chissà se, timidamente, passo dopo passo, assisteremo con sempre maggiore frequenza, in futuro, a disobbedienze e sfide dello stesso genere. Sarebbero salutari. Del resto che credibilità può avere una lenzuolata giornalistica i cui contenuti sono dettati e verificati dall'interessato? Potrebbe Armani, tanto per fare un altro esempio, far pubblicare una pagina pubblicitaria che lo danneggi?
Qualche anno fa accadde in Francia che Le Monde pubblicasse regolarmente delle stroncature delle opere che l'Opéra aveva in cartellone. Ogni nuovo titolo una nuova stroncatura, senza eccezione. Il sovrintendente del teatro decise, in conseguenza, di cancellare la pubblicità del teatro sul grande quotidiano, come a dire: ti devo anche pagare?
Ora le cose non stanno proprio così. Però vi sono casi in cui lo scandalo è evidente e l'asservimento del giornale all'inserzionista totale.
Noi, ad esempio, stiamo aspettando che si avvii la nuova stagione dell'Opera di Roma, quella della 'grande opera' e dei grandissimi casini, di cui tutti i giornali scrivono, ogni giorno. Ora avranno la faccia di scrivere ancora panegirici del teatro? Noi crediamo di sì, perché al colore dei soldi non si guarda. Certamente, e ne siamo sicuri, non rifiuteranno di confezionare la pubblicità a pagamento per il Grande Teatro dell'Opera di Roma Capitale, quello della 'Grande Opera' che si avvia ad una nuova grande stagione. E allora? Ci sarà da ridere quando leggeremo che Fuortes è il miglior sovrintendente che il teatro abbia mai avuto, e Marino il miglior sindaco, come Franceschini il miglior ministro, e Nastasi il suo miglior capo gabinetto, e tutti insieme i veri salvatori del Teatro dell'Opera di Roma Capitale. Se poi è finito nella merda non è colpa loro. Ma della merda i giornali non scriveranno.
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