Si tratta di due differenti premi, naturalmente, trattandosi di due diversi premiati. Il primo premio è andato ad uno dei nostri musicologi ed intellettuali più noti e preparati, a Quirino Principe. Che è anche uno dei più impegnati a differenza della quasi totalità della categoria dei musicologi che preferisce discutere di una noterella messa lì, sulla quale cui si interroga se è stato il compositore od una mosca dispettosa, piuttosto che scendere qualche volta, una volta sola nella vita sarebbe bastante, in strada a difendere i diritti della musica che sembra non interessino più a nessuno. Quirino Prinicpe fa l'uno e l'altro e con identica preparazione, competenza e soprattutto passione. Un esempio eccelso di musicologo militante. Ecco perchè il premio assegnatogli a Ferrarra, dal singolare titolo 'In tutte le direzioni' non poteva avere destinatario migliore.
Altro premio quello assegnato, e consegnato già, alla nuova Opera di Firenze. In questo secondo caso, nonostante l'avversione tante volte dichiarata di Vittorio Sgarbi, si tratta di un premio di architettura che riconosce il valore dell'opera, progettata da uno studio di architettura della capitale, che ha avuto anche il merito di riqualificare una zona di Firenze, evidentemente in progressivo abbandono, se non in degrado. Nella motivazione del premio è stato sottolineato il pregio dell'opera architettonica, l'uso di avanzate tecnologie, e la moderna concezione.
P.S. Un bell'inizio per un nuovo teatro d'opera, non del tutto concluso ad ora, perché ancora necessita di fondi per la chiusura totale del cantiere. Fondi che l'ex sindaco Renzi dovrà, e saprà sicuramente, trovare.
La nuova Opera di Firenze va ad allungare la lista, brevissima, dei nuovi teatri italiani, nella quale compare il Nuovo Carlo Felice di Genova che, finora, non ha mai avuto vita facile ed ora è tornato nella tormenta amministrativa, e il Teatro degli Arcimboldi, un monumento che una volta assolto il compito di fare da momentaneo palcoscenico della Scala, nel corso dei lavori di ammodernamento della sede storica, non si comprende che fine abbia fatto. Certo è che un teatro così grande ridotto ad ospitare registrazioni di trasmissioni televisive è un ben crudele destino.
Perchè in Italia, di teatri e luoghi destinati alla cultura se ne costruiscono pochi, pochissimi, rispetto a molte altre nazioni, ma poi il loro destino sembra segnato dalla stessa incuria e distrazione riservata ai luoghi storici della cultura in Italia. Con l'unica eccezione dell'Auditorium di Roma, costruito da Renzo Piano e inaugurato oltre dieci anni fa, che, sebbene faccia acqua da molte parti, soprattutto sotto il profilo acustico ed anche di alcuni servizi, sembra viaggiare a gonfie vele. Purtroppo, però, anche l'Auditorium sembra stia portando male al suo amministratore delegato, Carlo Fuortes, il quale con il piede anche all'Opera di Roma, sta facendo disastri, tutti quelli che non ha potuto fare alla nuova creatura.
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