Ma allora che bisogno c'era di fare tutto questo casino che, per fortun, ha avuto anche qualche merito, come quello di compattare il comparto delle Fondazioni liriche italiane, deciso a denunciare che questo soluzione è pericolosssima. E non perchè si tema la precarizzazione delle cosiddette masse artistiche dei teatri, bensì per la semplice ragione che l'esternalizzazione cosiddetta porterà guai e complicazioni e sarà l'inizio della fine dell'intero comparto, così come vuole e da tempo prospetta il direttore generale dello Spettacolo; Nastasi, che del comparto dovrebbe sostenere e favorire invece la valorizzazione, e che, invece, sta pian piano e zitto zitto tentando di distruggere.
La denuncia di tale schifosa manovra è stata fatta dalle fondazioni liriche, che non credono alle rassicurazioni di qualche giorno fa , secondo le quali la soluzione romana, traumatica, risponde ad una situazione altrettanto traumatica, e che non può essere esportata ed impiantata anche in altri teatri. Vagli a credere a Nastasi ed ai suoi compari, i quali nei giorni scorsi avevano detto esattamente il contrario e cioè che la soluzione romana poteva rappresentare una soluzione pilota da adottare anche altrove.
Ieri sono ricorsi tutti, a cominciare da Fuortes - che dovrebbe andar via ed abbandonare il campo visti i disastri già procurati - a rassicurare sul fatto che nessuno sarà licenziato. Il contratto di dipendenza va avanti fino al 31 dicembre e dal 1 gennaio parte quello da esterni, triennale o quadriennale rinnovabile, Forse per non dire chiaramente: abbiamo commesso una str... dalla quale non sappiamo come uscire, e perciò assicuriamo tutti che il casino è solo apparente e che a seguito di una finta trattativa, tutti torneranno, sebbene da esterni al teatro, anche se devono mettersi in testa che per avere lo stesso stipendio o quasi dovranno lavorare per un 20% in più rispetto ad oggi. In fondo, ben poca cosa, oltretutto logica.
Questa la magnifica soluzione al danno prodotto, ma non è detto che tutto fili liscio secondo i piani di Fuores/Marino/Francechini e di Nastasi - non ce lo dimentichiamo mai, dietro tutto c'è lui il grande grosso direttore generale.
Per non fare la figura degli incompetenti ed incapaci a reggere le sorti del teatro, hanno tirato in ballo il solito discorso strappalacrime: il Comune dà all'Opera più di quanto ogni anno destina alle scuole ed altre storie di varia umanità. Il discorso ha certamente senso, sebbene sia difficile capire come mai non venga tirato in ballo per condannare gli sprechi miliardari del Comune con le cosiddette municipalizzate che altro non sono che centri di malaffare. Ciò che si deve non solo capire ma mettere in pratica sempre è che le istituzioni che si reggono con denaro pubblico devono essere gestite con onestà e competenza, mentre per troppi anni sono state affidate a incompetenti e mariuoli.
Anche la storia che il teatro costa ad ogni famiglia romana la bellezza di 30 Euro, tirata fuori dal sovrintendente, messo ormai con le spalle al muto delle sue responsabilità ( irresposnabilità) lascia il tempo che trova, perchè questo stesso argomento con relativi e più dannosi calcoli, non viene mai fatto quando si parla di autostrade e metropolitane infinite, ed anche incompiute in molti casi, divenute costosissime ecc... ed invece non si fa mai.
Insomma anche dopo l'audizione di Fuortes, ieri, alla presenza di Alemanno che avrebbe dovuto nascondersi visti i danni che ha fatto negli anni passati con il suo emissario De Martino - e la Corte dei Conti sta calcolando il danno da lui procurato - sappiamo come è iniziata la storia , e cioè male, ma non sappiamo ancoro come potrebbe finire, e cioè anche malissimo, speriamo non per il teatro ed i suoi musicisti, ma solo per gli incapaci amministratori.
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