La barba e nient'altro. Ora che l'hanno pizzicato con la sua macchinetta parcheggiata a sbafo, una Smart si difende, invita tutti a guardare la trave dell'occhio degli altri, distogliendo lo sguardo dalla pagliuzza che fuoriesce dai suoi occhi.
E poi sulla faccenda dell'Opera di roma- per la quale ieri c'è stato un incontro fra sindacati e sovrintendente, al quale è stato fatto presente che nessuna trattativa può essere messa in campo se il teatro non recede dai licenziamenti, Marino gioca la carta strappacuore o strappalacrime - fa lo stesso. Quando lui è arrivato ha estirpato il malcostume mandando a casa gli amministratori, ma ora non si può chiedere al Comune di tirar fuori i soldi se già i cittadini di Roma pagano per sostenere l'Opera una tassa di 30 Euro a famiglia per anno - perchè non ci dice quanto tirano fuori i cittadini di Roma per le municipalizzate che hanno buchi per qualche miliardo ( di Euro)? ed aggiunge che il comune dà all'Opera 17 milioni mentre alle scuole appena 3. Ha ragione. Ma perché non racconta tutti gli sprechi della parentopoli capitolina? E non ci assicura anche che il prossimo amministratore di una qualunque municipalizzata che ruba a fa casini va a casa e viene denunciato, anche se è fra i suoi collaboratori? Va giù duro il sindaco imbarbato, perché ora non vuole prendere la decisione di trattare, ritirando i licenziamenti. E poi tira fuori ancora i 190 Euro di diaria per le trasferte. Ma perché glieli hanno dati? Ciò indica la debolezza del management dell'Opera più che la forza contrattuale dei sindacati.
E perchè non manda a casa in blocco tutti i collaboratori dell'Opera, arrivati lì per giri strani che non c'è bisogno di raccontare?
Noi di certo sappiamo solo che la decisione dei licenziamenti e la successiva esternalizzazione è stata condannata da tutto il mondo; e che la decisione di inaugurare con Rusalka al posto di Aida, altri problemi di natura anche economica recherà al teatro. Ma in questo caso, come si suol dire: se li sono cercati per incapacità a reggere un teatro da parte del sovrintendente appoggiato da Marino, ora con la barba.
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