Dobbiamo precisare quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi e presi dalla foga non abbiamo soppesato. Si tratta ovviamente di particolari, ma tutto ha il suo peso, anche un particolare.
Dunque Cagli non si è dimesso, e quindi è lui che guida le danze, o grandi manovre. E'stato lui a bandire le elezioni per la nomina del suo successore - che potrebbe essere lui medesimo. Se si fosse dimesso, le sue funzioni sarebbero passate al vicepresidente, cioè a dall'Ongaro, ed avrebbe dovuto lui convocare le elezioni. Ma così non è stato. I risultati della prima tornata di elezioni li abbiamo forniti con precisione ragioneristica; non essendosi raggiunto il quorum necessario per essere eletti, è stata fissata per il 13 dicembre la seconda tornata di elezioni (entro due mesi dalla prima, come recita lo statuto).
L'Accademia di santa cecilia, a differenza di tutte le altre Fondazioni lirico sinfoniche nell'elezione del suo vertice compie un cammino inverso. Gli Accademici nominano al loro interno il presidente, il quale con successiva ratifica ministeriale diventa sovrintendente e direttore artistico della medesima accademia. Entro la fine di quest'anno devono essere , per effetto della Legge Bray, rinominati i nuovi 'Consigli di indirizzo' delle Fondazioni che sostituiranno i Consigli di amministrazione. Santa Cecilia vanta uno statuto speciale anche per la composizione del Consiglio di indirizzo, dove siedono, oltre i membri simili a quelli di tutte le altre fondazioni, alcuni Accademici, per la cui nomina il Ministero non c'entra in nessun modo.
Dunque entro il 13 dicembre molto probabilmente sarà eletto il presidente-sovrintendente dell'Accademia, entro il 31 decade il consiglio di amministrazione, il nuovo presidente ( meglio l'Assemblea degli accademici) nomina gli accademici che ne faranno parte, e il ministero ed il Comune oltre che i soci privati nomineranno i propri. Nell'attuale consiglio oltre i membri di diritto, siedono personalità cooptate da Cagli, assolutamente estranee alla musica, se non nella semplice veste di appassionati, ma tutti potenti, a cominciare dall'immancabile Gianni Letta. Anche questo è stato rimproverato a Cagli nelle famose lettere scrittegli giusto un anno fa - e che sono pubblicate in questo blog - per denunciare alcuni suoi comportamenti che si ritenevano non corretti.
A quel punto l'Accademia, rifondata completamente nei suoi organi dirigenziali. riprenderà il suo cammino, forte anche della recente autonomia assicuratale dal Ministero con apposito decreto, come ha fatto anche con la Scala.
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