giovedì 8 febbraio 2024

L'Ungheria, per mostrarsi clemente con Ilaria Salis, dovrebbe sconfessare il suo FASCISMO. E l'Italia, in ossequio, è tiepida (da Il Riformista)

 


Ilaria Salis
Ilaria Salis

“Sono talmente sfinita che mi addormento in continuazione e quando cerco di metter qualcosa sotto i denti vomito tutto all’istante. Le regole e gli usi carcerari sono tutto fuorché naturali e intuitivi. Ne capisco meno di niente e non mi preoccupo più di tanto: è già abbastanza complicato riuscire a sopravvivere. Il tempo scorre in modo molto strano: le giornate non passano più, ma i giorni si susseguono veloci”. Il racconto di Ilaria Salis, in un memoriale pubblicato da Repubblica descrive stato d’animo e condizioni di un anno di carcere a Budapest, da quando l’attivista italiana, quel 10 febbraio 2023 venne arrestata durante gli scontri con gruppi neonazisti impegnati nelle celebrazioni degli orrori del secolo scorso. L’accusa è quella di aggressione a due di loro – che non l’hanno mai denunciata – avendogli provocato ferite guaribili in 5-7 giorni. Il rischio è che quest’anno appena passato possa prolungarsi per altri 19, in attesa della sentenza.

Il racconto di Ilaria: ‘Antifa? Duce! Mussolini!

Nel suo scritto, Salis descrive come in un diario il suo stato d’animo. La difficoltà di ricordare la vita fuori dalle sbarre, il profumo dell’erba, il tocco lieve di una carezza. Pensieri sparsi, e i fatti che ripercorrono gli ultimi 12 mesi, e che iniziano dall’arresto, quando in questura si rendono conto che è italiana e iniziano ad incitare al Duce: “Il furgone si ferma nel parcheggio della Questura, la sera inizia ad avvolgere i palazzi. L’accoglienza che ricevo nell’atrio è dura, le uniche parole che riesco a comprendere sono ‘Antifa? Duce! Mussolini!’. Si aggirano guardie con i volti coperti dal passamontagna. In seguito scoprirò che qui esiste un corpo speciale della Penitenziaria, che indossa un’uniforme paramilitare e un passamontagna nero”.

Lo scritto si chiude con una speranza: “Non ho mai idea di che ore siano e anche i giorni sono tutti uguali, per cui si rischia di confondersi. Non avendo una matita, nei primissimi giorni faccio un piccolo strappo su foglio di carta tutte le mattine. mi dico: “Coraggio, Ila! Sempre a testa alta e con il sorriso. E quando uscirai di qui sarai più forte di prima”.

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