Al prof. Franco Fontana, che si è spento ieri, devo un debito di grandissima riconoscenza, legato alla mia direzione del Festival delle Nazioni di Città di Castello, di cui ho scritto proprio l'altro ieri.
Il prof. Fontana era il presidente del festival, quando fui nominato direttore, 2004; e quello fu l'ultimo suo anno di incarico, per il quale lo aveva pregato Abete, BNL.
L'ultima volta che lo incontrai insieme ai notabili di Castello, fu proprio nel suo studio alla Luiss. Era di novembre.
Il festival, anche per la autorevolezza di Fontana, era filato liscio, e non si era fermato neanche le numerose volte che quattro signorotti di Castello fecero di tutto, senza capirci mai nulla ma solo per crearmi problemi e dimostrare che comunque comandavano loro. Io, devo dirlo, me ne sono sempre fregato delle loro 'raccomandazioni' interessate; e le infinite volte che tentarono di mettermi i bastoni fra le ruote, Fontana con una telefonata li metteva a tacere e tutto proseguiva.
Terminato il festival, nel peana generale, i quattro 'banditelli', tentarono l'ultima spallata. Alla richiesta di un aumento di compenso, risposero picche. Non è possibile, mi dissero, presente Fontana - anch'egli meravigliato per il gioco sporco che stavano mettendo in atto - neanche se avessi chiesto solo 1 Euro in più.
Nel frattempo Fontana fece sapere che sarebbe andato via.
Allora noi valutammo che la vita a Castello per noi, senza Fontana, sarebbe stata difficile, anzi impossibile e abbandonammo. Anche perchè, riflettemmo, in pochi mesi avremmo potuto rovinare la reputazione che ci eravamo guadagnati in oltre trent'anni di lavoro giornalistico, circondati dalla stima generale.
Dopo Fontana arrivò un nuovo presidente, Giuliano Giubilei - ' ho accettato, dichiarò, per fare un favore ad un amico ( presumo Valter Verini)' - che è durato a Castello per 15 anni, senza che mai nulla di interessante sia lì accaduto, con la successiva direzione artistica di Aldo Sisillo -quasi certamene indicato da chi si è sempre occupato a Castello dell'organizzazione generale del festival, proveniente dalle stesse lande di Sisillo (il mio nome l'anno prima, invece, fu fatto da Salvatore Sciarrino al quale era stata offerta, in prima battuta, la direzione del festival).
Ora che sembra essere cambiato il vertice del Festival - con i 'quattro' sempre in auge seppure in posizioni più defilate, e sempre la stessa direzione artistica - la speranza che qualcosa di meglio possa venire sembra spenta.
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