domenica 4 ottobre 2020

La Nuova Caledonia resterà francese, per volontà dei cittadini chiamati ad esprimersi attraverso un referenudm

 La Nuova Caledonia non si staccherà dalla Francia. Questo il verdetto del referendum in questo piccolo arcipelago esotico del Pacifico. Il No all'indipendenza ha ottenuto il 53,26% dei sostegni, contro il 46,8% dei Sì. Due anni fa, la prima consultazione sullo stesso tema, diede sempre la vittoria al No ma con un consenso maggiore ovvero il 56,7%.

 

Soddisfatto il capo dell’Eliseo. "Gli elettori hanno in maggioranza confermato il loro auspicio di mantenere la Nuova Caledonia in Francia, ha dichiarato Emmanuel Macron, sottolineando di accogliere il risultato del voto con un profondo sentimento di riconoscenza e di umiltà"

Nulla da fare dunque per i sostenitori dell’indipendenza ovvero per la popolazione locale indigena. I kanaki vorrebbero tagliare il cordone ombelicale che li lega a Parigi e continuare da soli. Dalle urne il risultato è andato a favore dei lealisti francofili, molto numerosi sul territorio. Le differenze sociali tra i due gruppi sono ancora profonde ma in parte compensate da politiche d'inclusione iniziate negli anni '80, all'epoca del presidente socialista Mitterand.

I rapporti tra la Nuova Caledonia e la Francia sono regolati dagli accordi di Matignon) del 1988 e da quelli di Nouméa, stipulati dieci anni più tardi. L’arcipelago gode già di una certa autonomia, ma Parigi conserva il controllo sulle questioni monetarie, su quelle giudiziarie, della difesa, dell’ordine pubblico e degli affari esteri.

 

La Nuova Caledonia potrà tornerà di nuovo al voto nel 2022. Per il terzo e ultimo tentativo.

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