La notizia è di quelle belle, già anticipata negli ultimi mesi dell'anno passato. La Mozart, l'orchestra fondata e diretta da Cludio Abbado, che aveva dovuto arrendersi di fronte alla malattia mortale che era tornata colpire il direttore, sciogliendosi qualche settimana prima della sua morte, torna ora a riunirsi per suonare, dopo alcune esperimenti cameristici in questi ultimi tempi.
Intanto gli appuntamenti fissati per questo gennaio sono due, il 6 a Bologna e l'8 a Lugano. Si tratta di una 'prova generale' di possibile ripresa, in tutt'altre condizioni. Per questi due concerti gli strumentisti - gran parte dei quali illustri e stabili in formazioni di prestigio in vari paesi europei - sì sono prestati a provare e suonare gratuitamente, e la stessa cosa ha fatto - e dichiarato pubblicamente anche per invogliare altri suoi colleghi a fare altrettanto - Bernard Haitink, l'87. enne direttore che aveva sostituito Abbado negli ultimi concerti a capo della Mozart : per riprendere, in certo modo, proprio da dove aveva lasciato, prima della morte di Abbado, ha dichiarato a motivare la sua risposta alla chiamata della Mozart.
Dicevamo che la Mozart rinasce con altri presupposti di gestione: si sta stimolando una sorta di piccolo 'azionariato' diffuso ( c'è un termine inglese che lo definisce, ma a noi non piace) alla cui generosità e quantità affidare le sorti della bella orchestra. Facciamo il tifo perché riesca, per intanto.
Resta un mistero il fatto che con la morte di Abbado sponsor e benefattori 'pesanti' dell'Orchestra abbiano ritirato le loro munifiche donazioni, come un mistero altrettanto incomprensibile resta l'assenza totale del ministro Franceschini e della sua corte che neanche un proposta ha avanzato per aiutare la rinascita dell'Orchestra di Abbado, per la quale, quando il direttore era ancora in vita, ma anche subito dopo la sua morte, aveva promesso attenzione - che tradotto significa finanziamenti, in questo caso ben spesi - e il proposito di non vederla defunta definitivamente.
Per noi, non sappiamo se anche per chi legge, resta come il mistero dei misteri il silenzio e l'assenza dei figli del maestro in questo tentativo di rinascita, soprattutto di sua figlia Alessandra che a fianco ed alle dipendenze del padre è vissuta per una vita, ma anche di Daniele che del nome di Abbado ha tanto beneficiato, anche se ora non più. Alessandra potrebbe rispondere che ora si dedica ad altri progetti avviati da suo padre, e che intrecciano arte e solidarietà. Bene, ma ha perso l'uso di parola sulle traversie della Mozart, per non dire almeno una parola di augurio?
Anche per questo e molto altro ancora, il gruppo di persone che si è impegnato in questa difficile operazione di rinascita merita attenzione ed incoraggiamento . Come meriterebbe un concreto sostegno del Ministero di Franceschini, che brucia alcune decine di milioni per rifare la platea in legno del Colosseo.
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