Questa sera, all'Auditorium di Roma, sala Santa Cecilia, si celebra il compleanno di Mozart con un concerto cui prendono parte Orchestra e Coro dell'Accademia, Pappano, nella duplice veste di direttore e pianista, e una delle più celebrate cantanti di oggi, Cecilia Bartoli, le cui presenze sono rese più preziose dalle prolungate assenze. L'ultima volta che l'abbiamo sentita, proprio in quella sala, fu in occasione dell'uscita di un suo disco. La più preziosa, ed anche esosa ( ! ) fra le cantanti, si fa ascoltare ormai, solo quando esce un suo disco, per ragioni di promozione. E in Italia, in particolare, le occasioni sono rarissime. Ricordiamo la penultima volta alla Scala con Barenboim - quando la sua esibizione fu accompagnata da qualche contestazione.
Ma non è di questo che vogliamo parlarvi, bensì della singolare conformazione del programma del concerto di stasera e di alcune dichiarazioni di Pappano palesemente non veritiere.
Nel programma del concerto, assai simile a quello di tante 'accademie' del passato', appaiono curiosamente anche 'tempi' di sinfonie, accanto ad arie d'opera o Lied, e brani di musica sacra, sempre di Mozart. Sicuramente faranno storcere il naso a tanti puristi ed a semplici osservatori, che faranno fatica a pensare come si possa eseguire un solo tempo di sinfonia, mentre nulla da dire per le arie d'opera che, espunte dal contesto, in molti casi non perdono in bellezza ed efficacia.
A noi questo tipo di programma, per quanto singolare ed inusuale ai nostri giorni, nè piace nè dispiace, lo consideriamo un modo come un altro per formulare un programma, in un giorni di festa.
Non condividiamo invece le frasi di circostanza che a proposito del programma ha detto Pappano, in presenza di Cecilia Bartoli, alla presentazione del concerto.
Pappano ha detto che per cantare il repertorio che figura nel concerto ci sarebbero volute più di una cantante, se non ci fosse stata Cecilia. E' questa la menzogna che Pappano avalla sapendo di non dire il vero, perché le cose stanno esattamente all'opposto di quello che lui ha detto.
E cioè. Cecilia Bartoli, e non da oggi, quando formula il programma di un concerto o di un disco va a cercarsi i brani che la fanno ben figurare. Perché lei può cantare - e difatti canta - solo alcuni brani, con determinate caratteristiche. E perciò nello scegliere i brani vocali, è stata Lei a dire a Pappano: canto questo e quello. E non il contrario: non è stato Pappano a scegliere il programma e poi a sfidare il pubblico a individuare un'altra cantante che avrebbe potuto prendere il posto della Bartoli. E ciò è tanto vero che, in altra occasione, volendosi proporre in un' opera intera, avanzando strane teorie musicologiche, Cecilia, 'pro voce sua', ha modificato il diapason dell'opera.
Concludendo, Cecilia Bartoli è padronissima di scegliersi, ogni volta, un programma il più adatto alla sua condizione vocale ed anche per soddisfare i suoi fans adoranti - più insopportabili della peggiore claque - basta ammetterlo, perché oggi c'è poca gente disposta ancora a farsi prendere per il naso.
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