Il fidanzamento saltato fra Gatti ed il Teatro dell'Opera di Roma, di cui abbiamo scritto già qualche giorno fa, ripetendosi la storia del precedente fidanzamento saltato, quello fra Muti e l'Opera di Roma, è diventato materia di un intervento, oggi sul Corriere, di Valerio Cappelli, solitamente sempre molto informato di quel che accade a Piazza Beniamino Gigli - dover fra poco Fuortes apre un ristorante - e dintorni. Cappelli riprende pari pari quel che noi abbiamo scritto su questo blog, precedendolo, dopo aver letto l'intervista di Simona Antonucci ( Messaggero) a Gatti e le dichiarazioni di Fuortes in 'teatrese' - dichiarazioni che non dicono nulla (... partecipa al progetto che stiamo portando avanti... che orrrore!).
Ma Cappelli, che ripetiamolo ha un filo diretto con Fuortes, è più informato di noi. E infatti rivela la presenza di una lettera inviata da Gatti all'Orchestra del teatro, alla quale in qualche modo, pur carezzandole il pelo, imputa il fidanzamento saltato, senza dirlo espressamente, come invece fa Cappelli, più informato dello steso Gatti ed anche di Fuortes. (Ci piacerebbe leggerla quella lettera. Chissà che qualche sindacalista non raccolga questo nostro appello, inviandocene copia)
E aggiunge che Gatti resterà a dirigere le prossime tre inaugurazioni di stagione a Roma, e andrà via con Fuortes alla fine del suo mandato. Andranno, insomma, questo dice Cappelli, via insieme e chissà dove insieme sbarcheranno. Perchè Gatti va dove lo porta Fuortes.
Ma Fuortes non poteva rassicurare con la sua presenza nel Teatro dell'Opera di Roma Gatti?
Allora è vero quel che abbiamo proprio l'altro ieri affermato, e cioè che all'Opera di Roma , dopo ed oltre la Traviata glamour ( Coppola-Valentino, rispettivamente soprano e tenorino)), e i nuovi registi, non è cambiato nulla? E che l'Orchestra continua a fra paura anche allo stesso Fuortes, figuriamoci a Gatti.
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