Fra pochi giorni, la direttrice d'orchestra Speranza Scappucci - il cui nome improvvidamente era stato fatto ai tempi dello sbarco di Fuortes all'Opera di Roma, con la complicità dell'incompetente n.2 nella materia, e cioè Marino, come possibile direttrice 'musicale' allì'Opera di Roma per fare coppia con la Abbagnato (che sembra dia buoni risultati, con tutte le critiche che si sono lette) la qual cosa oggi, all'indomani della rinuncia di Daniele Gatti torna in mente - debutta all'Opera di Roma con Così fan tutte di Mozart, regia di Graham Vick, e il giornalismo 'di genere' torna a farsi leggere.
Importa poco che lei non sia una pischella, avendo già 40 anni; non importa neanche, o per lo meno importa assai poco, che abbia alle spalle una lunga gavetta, prima come assistente di celebri direttori con i quali ha lavorato nella preparazione dei cantanti; e invece importa che lei abbia già diretto in un paio di posti, fra quelli che contano.
Ma ciò che conta assai di più nel giornalismo di genere - che già si è letto, lo ripetiamo - è che Lei sia donna, quando anche questo non dovrebbe più costituire una eccezione. Basta andare in rete e digitare 'direttrici d'orchestra' e viene fuori una sfilza di nomi italiani e non, con una massiccia presenza di donne giovani, molte delle quali anche carucce - il che fa dire agli sprovveduti invidiosi maschilisti che se hanno fatto carriera l'hanno fatta per la loro avvenenza, con la quale principalmente hanno ammaliato anche famosi direttori.
A questo punto il giornalismo di genere tira fuori tutto il formulario del vetero maschilismo, anche quando l'intervistatrice è una donna come l'intervistata.
Eccone qualche esempio:
- la chiamano direttore o direttrice? Alla risposta 'seccata' dell'intervistata, seguita dall'invito a fare domande serie, ed a 'parlare di musica', l'intervistatrice cambia decisamente registro;
- gli impettiti maschilisti dell'Opera di Vienna l'hanno presa sul serio? L'hanno rispettata?;
ed ancora:
- esiste una fisicità e gestualità maschile e un'altra femminile, quando si sta sul podio?;
poi al massimo dell'entrata in medias res, l'intervistatrice chiede:
- a volte dirige senza bacchetta?,
e infine:
-ci parli dell'opera;
E qui anche la direttrice sbraca, perché forse annoiata dalle domande di genere precedute da 'come porti i capelli bella bionda', dai 'sinuosi smoking' di Armani, e dalla fondamentale diatriba fra 'tacchi o ballerine', come anche del suo fisico 'da ragazza', 'intensa attività sui social', 'passione per il calcio' e ' Non tutte le donne sono così, quel titolo porta fuori strada, non tutte le donne sono superficiali e pronte a tradire i propri compagni'- precisa la direttrice.
E l'intervistatrice, che ha passato il tempo a domandarsi perché Susanna - altra eroina mozartiana - 'non vien', avrebbe potuto ribattere, correggere, puntualizzare. Invece non lo fa e termina:
- che spettacolo fa Vick? ' lui rispetta la musica.... regista e direttore devono lavorare insieme'... e con questa epocale rivelazione, abbastanza comune prima del debutto, anche la più fresca intervista di genere si chiude. Ma non sarà l'ultima. Vedrete.
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