Della musica che fanno i tre ragazzi italiani, che formano 'IL VOLO', da anni sulla cresta dell'onda non solo in Italia, ci interessa assai poco. Non ci interessa affatto il loro repertorio; non ci rapiscono e convincono le loro voci squillanti ed impostate, e non riusciamo a capire dove siano le ragioni del loro successo. Ma, come si dice non senza verità, ognuno è libero di fare ciò che vuole, e di offrirlo agli altri finché viene loro richiesto, ma anche noi di disinteressarcene.
E perciò la ragione per cui vorremmo dare loro un meritatissimo 'dieci e lode' è di tutt'altra natura; ha a che fare con il sociale, il costume e la pubblica moralità. E per queste ragioni siamo anche disposti a perdonare, dopo averle stigmatizzate, alcune loro intemperanza da ragazzacci di qualche anno fa - ancora non sappiamo se effettive o inventate per danneggiarli ( più propensi a pensare che le abbiamo avute, come la cronaca ha raccontato).
Bene. Sono stati gli unici, invitati da Donald Trump per la festa del suo insediamento, il prossimo 20 gennaio, a rifiutare l'invito, come hanno fatto anche altri (Bocelli?). Ma a differenza di tutti gli altri invitati che si sarebbe defilati senza spiegare, per galateo diplomatico, le ragioni del rifiuto, loro le hanno dette chiaramente, precisando che non vanno a cantare alla festa di un populista e razzista - come è emerso da tante dichiarazioni del neo eletto presidente USA.
Hanno fatto benissimo a non lasciare dubbi sulle ragioni del rifiuto, come ha fatto qualcun altro - Bocelli?- che avrebbe detto che la notizia dell'invito aveva suscitato fra i fans molti malumori. Ma che è una ragione?
I tre ragazzi, invece, si sono fatti coraggio ed hanno detto in faccia a tutti ed a Trump le ragioni del rifiuto. Bravi, ragazzi. Almeno per questo. Uno sconto sulla musica, anche dopo questo straordinario gesto di civiltà, però, non potete chiedercelo.
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