Monica Cirinna s'è rivolta al Tribunale civile della Capitale chiedendo che l'elezione di Virginia Raggi venisse dichiarata nulla, a causa di quel contratto che Lei ha firmato, prima di candidarsi, con la Casaleggio & Associati. Il Tribunale civile di Roma ha rigettato la richiesta della Cirinnà dicendo che l'elezione della Raggi è pienamente valida. E la Raggi ne ha approfittato subito, già nel corso della trasmissione di Giovanni Floris di ieri sera, quando ha perfino giocato d'anticipo sulle domande del giornalista, sentendosi forte e legittimata anche a strafare. E a straparlare, rivelandosi brava come avvocato di se stessa. Ma siamo alle solite. Sarà anche brava, ma a parole, mentre Roma brucia e va in malora, sotto la sua sindacatura dopo sette mesi in Campidoglio.
Ora se esiste nel nostro ordinamento giuridico la dichiarazione di 'incapacità di intendere e volere' che piazza a fianco dell'interessato incapace, qualcuno che ne curi gli interessi, perché non ci deve essere anche la dichiarazione di 'incapacità di governare', anche dopo che si è stati eletti con regolari votazioni, nel momento in cui si scoprisse che gli elettori, che si erano fidati ciecamente di quanto andava dicendo il candidato, si rendessero conto, una volta eletto, che il loro candidato del tutto INCAPACE di GOVERNARE?
Che si deve fare per far entrare nel nostro ordinamento una tale dichiarazione, indispensabile per il bene pubblico?
Non si può attendere che venga sfiduciata dal suo stesso partito che ha la maggioranza in Consiglio e che quindi difficilmente abbandonerebbe Lei e l'incarico elettorale, redditizio.
E allora, si deve necessariamente attendere che termini regolarmente la legislatura? Non è troppo, quando i disastri si vedono ad occhio nudo già dopo il primo semestre di governo, come accade con Virginia Raggi a Roma?
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