Finalmente Procida è libera dal'ombra fascista: Benito Mussolini non è più cittadino onorario. La revoca è avvenuta ufficialmente il 5 agosto, con una decisione presa all’unanimità dal consiglio comunale, ma la festa è oggi. A distanza di cento anni dal suo conferimento: Mussolini divenne cittadino onorario nel 1924, due anni dopo la marcia su Roma e la presa del potere in Italia da parte del Partito nazionale fascista.
Al posto del Duce, tuttavia, Procida ha scelto, all’unanimità,– di assegnare la cittadinanza onoraria a Daniel Buren, pittore e scultore francese amante dell’isola a cui ha anche dedicato un libro fotografico. Buren d’altro canto, come ricorda il Corriere del Mezzogiorno, ha un rapporto speciale con l’isola anche grazie alla sua amica Maria Gloria Conti Bicocchi (figlia del pittore Primo Conti), promotrice insieme con l’architetto Rosalba Iodice della cittadinanza onoraria.
Le parole del primo cittadino
Dino Ambrosino, sindaco di Procida, ha spiegato: «Il conferimento del 1924 era avvenuto nel clima di generale esaltazione dell’ideologia, senza nessuno specifico legame speciale con Procida. Oggi la revoca ci ricorda che dobbiamo sempre dissociarci da tutti i fenomeni che ci privano della libertà».
Un messaggio per i giovani
«Il primo Comune a “stracciare” la delibera onoraria fu quello di Napoli nel 1944 – spiega la consigliera comunale al Corriere del Mezzogiorno Matilde Carabellese – seguito, nel 1945, da quelli di Torino e Roma e altre città. L’isola lo fa giusto 100 anni dopo con una scelta che guarda al futuro — è un messaggio per i nostri giovani — non cancellando la storia, ma ribadendo l’urgenza della difesa della pace e dei diritti».
Botta e risposta
La consigliera di centrodestra Alessandra Gentile si è detta «d’accordo sul gesto simbolico», ma non «con il ribadire il concetto troppe volte perché potrebbe creare l’effetto contrario». L’assessore Antonio Carannante, citando Pasolini, ha aggiunto: «Procida condanna ogni atteggiamento liberticida ma ricordo che al contempo “bisogna evitare il fascismo dell’antifascismo”».
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