venerdì 2 agosto 2024

Meloni, le sembra così grave affermare che le radici della strage di Bologna sono nell' attuale destra al Governo? ( da Il Messaggero, di Ginevra Alberti)

 


Strage di Bologna: l'appello di Giorgia Meloni per la ricerca della verità sull'attentato. Poi la replica alle accuse «Grave dire che le radici di quell'attentato sono nella destra di governo»-

Le lancette nella stazione di Bologna sono ferme e segnano le ore 10:25. L'orario è sempre lo stesso dal 2 agosto 1980, il giorno in cui la Repubblica italiana è stata macchiata di una delle più vili tragedie: la strage di Bologna. Nella sala d'aspetto di seconda classe del capoluogo emiliano affollata di turisti e di persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, venne fatto esplodere, causando la morte di 85 persone. In occasione del 44esimo anniversario, sono intervenuti oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni. Ma il 2 agosto è diventata, purtroppo, anche un'occasione propizia per controversie e conflitti politici.

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La premier Meloni

«La strage di Bologna è uno degli eventi più drammatici della storia nazionale. Il 2 agosto del 1980 il terrorismo, che le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste, ha colpito con tutta la sua ferocia la Nazione e 44 anni dopo quel terribile attentato l'Italia intera si stringe ancora una volta alla città di Bologna e ai famigliari delle vittime», lo scrive in un messaggio la premier Meloni, in occasione delll'anniverario dell'evento. Poi l'appello per «Arrivare alla verità sulle stragi che hanno insanguinato l'Italia nel Dopoguerra passa anche dal lavoro che questo Governo, insieme a tutte le Amministrazioni dello Stato e nel solco dei Governi precedenti - continua la premier - sta portando avanti con il versamento degli atti declassificati all'Archivio centrale dello Stato».

La risposta alle accuse

Ma il messaggio è stato per la premier anche l'occasione di rispondere ad alcune accuse e prendere le distanze, in termini politici, dall'attentato del 1980: «Sono profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo. Sostenere che le 'radici di quell'attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governo', o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2, è molto grave», sottolinea Meloni, che continua «è pericoloso, anche per l'incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione».

Il presidente della Repubblica

«Con profondi sentimenti di solidarietà, quarantaquattro anni dopo l’attentato, ci uniamo ai familiari delle vittime e alla città di Bologna, teatro di una spietata strategia eversiva neofascista nutrita di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani. A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la strage alla stazione di Bologna.

Gli sconti

Il 2 agosto è una data che in Italia evoca memorie profondamente dolorose e cariche di significato storico, ma che purtroppo, di anno in anno, diventa anche terreno fertile per polemiche e scontri politici. È delll'anno scorso il caso di Marcello De Angelis, il responsabile della comunicazione istituzionale del Lazio, finito al centro della polemica politica per le sue considerazioni del tutto discutibili  sulla strage di Bologna. L’ex parlamentare, con un passato da militante di estrema destra, in un post affidato ai suoi canali social in cui affermava di sapere «per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini». «Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso - aveva scritto De Angelis - Come ogni libero cittadino di questa Nazione ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare», aveva concluso.

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