Ormai è chiaro. Salvini, il ministro del nulla, vuole passare alla storia almeno come colui che è riuscito a far spendere agli italiani una cifra astronomica, senza produrre risultati considerevoli. Perchè tale sarà il Ponte sullo Stretto, al quale si è attaccato come una sanguisuga; e non mollerà fino a quando non avrà succhiato i soldi dalle casse dello Stato, e dissanguato Meloni ed il Governo tutto.
Per i prossimi anni, ammesso che Meloni riesca a restare in sella per i cinque previsti e sperati, purtroppo con l'ausilio di Salvini, sarà questo il ricatto salviniano. E' chiaro il ricatto a Meloni: se non mi trovi e dai i soldi per il Ponte lascio il Governo e, allora, addio sogni di gloria, meloniana. E infatti, nella prossima finanziaria è già iscritta a bilancio una cifra vicina ai 750 milioni di Euro.
E nel frattempo che i lavori vengano avviati che succede in Italia e all'Italia?
Succederà, anzi è già successo, che il cambiamento climatico - che Salvini nega ovviamente altrimenti non penserebbe al Ponte e si adopererebbe per mettere insicurezza tutto il territorio che appare sempre più fragile, anche in assenza di eventi catastrofici come i terremoti - sta ogni giorno cambiando la stessa faccia del nostro Paese.
Prima nelle Marche, poi in Emilia, ora in Toscana, Veneto e Friuli Venezia Giulia ( e mettiamoci anche Milano con le ricorrenti esondazioni del fiume che l'attraversa), il maltempo 'tropicale', dovuto ai cambiamenti climatici che Salvini nega e negherebbe anche sotto tortura, sta distruggendo qualunque cosa. Allaga campagne e città, procura smottamenti pericolosi, abbatte ponti, sommerge strade e piazze, si mangia arenili in molte regioni mete di turismo balneare, inonda case, fa vittime ovunque, mentre lo Stato ha stanziato per le prime necessità briciole: 5 milioni ( ne ha stanziati oltre 700 per il Ponte che verrà), che serviranno solo a rimuovere le macerie e il fango. E la messa in sicurezza, la ricostruzione? Restano in attesa di un ministro / o di ministri / più responsabile/ più responsabili.
E mentre accade tutto questo, le popolazioni dell'Emilia, vittime della penultima alluvione aspettano ancora, ormai da mesi, i risarcimenti promessi; e il commissario nominato da Meloni, la mamma di tutti gli Italiani, fa quel che può; ma, per obblighi militari, è stato costretto a volare in Medio Oriente nella scorsa settimana. Chiunque commissario ma non Bonaccini: ecco l'ulteriore leggerezza della premier Meloni e del suo ministro 'del nulla', Salvini .
Adesso si comincerà a costruire il Ponte, ma da qui a quando eventualmente il Ponte sorgerà, potrebbe anche accadere che le due coste che intende unire, quelle della Sicilia e della Calabria, se le sia mangiate un'altra alluvione o qualcosa di molto simile.
Perchè - la notizia in diretta l'hanno data un esperto climatologo e i resposnabili della Protezione civile - queste alluvioni, così devastanti, non sono più una emergenza occasionale, una eccezione, saranno sempre più frequenti, della medesima gravità, e saranno la regola. Quelle recenti, a distanza di un mese una dall'altra ce lo dimostrano.
Salvini preveda già che sarà necessario agli ingegneri e progettisti del suo fantomatico ponte, trovare, inventandoseli, nuovi punti sui quali appoggiare i due pilastri che in Calabria e Sicilia dovrebbero sorreggere il Ponte delle meraviglie, ad una sola lunga campata. Ma, forse, la soluzione, come in tutto, la troverà il prestigiatore Salvini, ministro del 'nulla'.
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