mercoledì 10 febbraio 2021

La musica al tempo della pandemia e dopo - se andrà tutto bene

Molti si domandano cosa accadrà quando il flagello del Covi avrà smesso di decimarci, alla musica. Lo streaming, diventato oggi l'unico modo che tiene ancora vivi i rapporti degli ascoltatori con le istituzioni musicali, tornerà ad una esistenza in ranghi dimessi  e ad una funzione complementare, per lasciar libero spazio di nuovo alla musica dal vivo con il pubblico presente?

 Molti temono che questo rientro sarà difficile e forse anche impossibile. Perchè, dicono, saremo così assuefatti ad ascoltare musica da casa, comodamente, in poltrona,  e per il solo tempo che desideriamo, che uscire di casa per recarsi in una sala da concerto, ci sembrerà fatica improba. 

 La pensiamo diversamente. Perchè la normalità non sarà isolarsi ancora - che è frutto della costrizione per non lasciarsi infettare - ma uscire avere rapporti sociali, tornare a vivere  esperienze   di 'bellezza' in comunità.

E poi, come si fa a dire che ci saremo assuefatti allo streaming, decisamente più comodo che andare nelle sale da concerto o nei teatri'?

 Cosa ci offre oggi lo streaming, comunque utilissimo anzi imprescindibile alle orchestre per tenersi in forma, di tanto soddisfacente? Nulla di nuovo, anzi solo qualcosa di vecchio e fatto pure male. Cioè la trasmissione di concerti ed opere  fatte da tecnici certamente non superspecializzati che a casa ci arrivano attraverso schermi ed impianti Hi-Fi non sempre di qualità. 

  Ci sono oggi alcune novità, mentre nella gran parte dei casi le istituzioni non approfittano dell'emergenza per  percorrere nuove strade.

 Una novità ha costituito il  Barbiere rossininano dell'Opera di Roma con la regia di Martone che ne ha fatto un film utilizzando come set l'intero teatro, si è trattato di un esperimento che ora Roma ripeterà con La Traviata  e sempre con la regia di Martone che sta pensando naturalmente di fare a cora qualcosa di nuovo rispetto al Barbiere. Si sa che farà riprese anche al Teatro Valle che, benché chiuso al pubblico, è stato trasformato dai dirigenti del Teatro di Roma,  del cui circuito fa parte, come studio e set: vi hanno anche registrato alcuni 'radiodrammi'. 

 A Palermo si è tentata un'altra strada. con il Crepuscolo dei sogni si è chiesto ad un regista drammaturgo  di  creare uno spettacolo, su lacerti di brani operistici di diversi autori ed epoche. Ne abbiamo visto un pezzo. Sempre meglio che trasmettere una ripresa nuda e cruda di un'opera; ma ad esso manca  quell'appeal che ti costringe a seguire uno spettacolo di non breve durata, lento, lentissimo, che manca di azione ed è tutto giocato su luci ed atmosfere. Dopo un po' annoierebbe anche lo spettatore che avesse a vederlo dal vivo in teatro. Forse sarebbe efficace come  una clip video che accompagna un brano musicale non lungo una quaresima. 

 Pensiamo perciò che le cose torneranno almeno come prima, finita la pandemia, ma ci piacerebbe che tornassero anche meglio di prima,  con qualche novità, che ad oggi non è lecito scorgere nella banale trasmissione streaming alla quale tutti si sono affidati.  

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