giovedì 4 febbraio 2021

Effetto Draghi. I mercati lo applaudono, in Italia lo contestano le 'sora pina' della politica e di qualche giornle ( Uno, principalmente)

 Lo spread tra i rendimenti dei titoli governativi decennali italiano e tedesco è sceso sotto i 100 punti base. Non succedeva dal dicembre del 2015, ma ai mercati sono bastati pochi giorni di “possibile” governo Draghi per aumentare la fiducia nei confronti dell’Italia. Alle ore 16:10 lo spread Btp/Bund è sceso a quota 99,6, con il rendimento del Btp a quota 0,56%, per poi rimanere intorno ai 99 punti fino alla chiusura (rendimento 0,55%). 

ULTIMA VOLTA NEL 2015

 Per ritrovare un differenziale inferiore ai cento punti base bisogna risalire fino a dicembre 2015, nel periodo del governo guidato da Matteo Renzi. Lo stesso che, aprendo la crisi  (insensata e criminale ndr) del secondo governo Conte, ha di fatto propiziato la chiamata di Mario Draghi da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mentre le consultazioni con i partiti vanno avanti, i mercati sembrano aver già puntato sulla formazione di un governo Draghi: non solo lo spread è sceso, ma Piazza Affari sta continuando ad accumulare rialzi

DEBITO MONSTRE PER L’ITALIA

 Per la sostenibilità del debito monstre che pesa sul nostro Paese – 2.586 miliardi di euro a novembre 2020 secondo i dati di Bankitalia – il rendimento dei titoli governativi è fondamentale. Attualmente i Btp italiani rendono ancora una trentina di punti in più rispetto a quelli di altri Paesi “periferici” dell’Europa, come Spagna e Portogallo. A preoccupare è il rapporto debito/Pil, che nel 2021 potrebbe arrivare al 160%. Secondo alcune analisi, con Draghi premier lo spread potrebbe scendere fino a 70 punti base: un risultato impensabile fino al 2018, quando con il governo M5S-Lega si erano toccati i 330 punti, o quando, prima dell’arrivo di Mario Monti a Palazzo Chigi, lo spread era arrivato a 505 punti. 

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