Trascrivo quanto ho letto proprio ieri nella rubrica 'A Fil di Rete' di Aldo Grasso sul Corriere.
" Ha ragione Maurizio Costanzo: basta con gli ex presidenti della Rai che tornano a fare i giornalisti in viale Mazzini, occupando spazi che potrebbero essere assegnati a giovani reporter.
E poi la tirano per le lunghe, confinano altri programmi nel busio della notte:
Ha ragione Maurizio Costanzo: Monica Maggioni in 'Sette storie' ha intervistato ai Fori Imperiali il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha persino preso un caffè con lui, facendo slittare il celebre programma 'S'è fatta notte', quello che tutti attendono con grande ansia, a orari impossibili.
Poi la sana bordata giustizialista." Io non capisco - ha tuonato Costanzo - perché un'ex presidente della Rai debba tornare a condurre un programma: E' come se l'amministratore delegato della Michelin, finito il suo mandato, si metta a vendere gomme in officina.
E' una anomalia tutta italiana e degli ultimi anni: oltre alla Maggioni, c'è pure la Annunziata: A questo punto proporrei uan rubrica fissa:" Ex presidenti parlano".
Ha ragione Maurizio Costanzo, c'è pure l'Annunziata che ha raddoppiato la sua mezz'ora, dimostrando scarsa sensibilità istituzionale.
E si paventa un grave vulnus, come dicono quelli che parlano forbito, per il futuro. L'attuale presidente della Rai è Marcello Foa, giornalista sovranista. Finito il mandato, difficile che il 'Corriere del Ticino' se lo riprenda a fare i conti. Cosa farà? Un programma Rai, che andrà di sera e si sospingerà l'attesissimo programma di Costanzo nel cuore della notte.
Ha ragione Costanzo, anche perchè, grazie a questo suo coraggioso intervento, ho scoperto che conduce un programma sulla Rai. Fino a ieri, credevo lavorasse per Mediaset...
E' l'anomalia tutta italiana del Servizio pubblico:verso ex presidenti ed ex conduttori.
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In difesa della Maggioni il direttore di Rai1 Stefano Coletta: “Sono certo che Maurizio Costanzo, uomo intelligente, porgerà le sue scuse a Monica Maggioni per quanto dichiarato oggi su Libero. Non corrisponde al vero che il programma ‘Sette storie’ abbia fallito negli ascolti e che abbia sforato nella durata. Anche in tv ogni critica è ammessa ma francamente trovo bizzarro che un conduttore o collaboratore della Rai muova critiche pubbliche a una collega della stessa azienda. Peraltro ritengo che il nuovo programma della Maggioni abbia alzato l’asticella qualitativa dei prodotti della rete attestandosi, al debutto, a un buon riscontro di pubblico. Grazie al coraggio di innovazione sia nei linguaggi che nei temi trattati”.
Poco dopo in una nota le scuse di Costanzo: “Purtroppo ho un brutto vizio di difendere anche oltre misura il mio lavoro. Vorrei chiarirmi con Monica Maggioni e se mi invita al suo programma ci andrò volentieri altrimenti la invito io quando vuole a ‘S’è fatta notte’. E comunque mi scuso se le mie parole possano essere apparse offensive”.
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A proposito...
Cominciamo col dire che Maurizio Costanzo, come ha ripetuto troppe volte Aldo Grasso, ha ragione. Perchè a un signore che ha cessato di fare il presidente della Rai, la Rai deve trovare in azienda un nuovo lavoro? Perfino un ex grigissimo segretario di partito e ministro, Alfano (per non fare nomi), cessata la sua attività politica, si è trovato un nuovo lavoro in una ricca catena di istituti sanitari privati della famiglia Rotelli, per via di ciò che aveva fatto prima. Dunque potrebbero farlo anche gli ex presidenti Rai.
Uno che ha fatto il presidente, bene o male che l'abbia fatto, dovrebbe essere in grado di rimettersi sul mercato e cercarsi un nuovo lavoro, altrove. Altrimenti vuol dire che alla Presidenza ci è arrivato per qualche miracoloso intervento, o per un accordo fra i partiti che magari, in taluni casi, giocano al ribasso. Il caso di Irene Pivetti, in Parlamento, fa scuola!
Viene da chiedersi, se decaduti da presidenti abbiano mantenuto lo stesso compenso, ed anche a questo secondo caso sarebbe da estendere l'anomalia tutta italiana. Quando sembra più logico che ai presidenti debba spettare una indennità di 'funzione', terminata la quale, si torna allo stipendio precedente, mantenendo il grado raggiunto in azienda. E senza che gli si debba comunque trovare un nuovo lavoro, adeguato al precedente ruolo, nella medesima azienda.
Chi l'ha detto, infatti, che, finita la presidenza, chi l'occupava deve avere in Rai un lavoro degno del suo precedente incarico? Vero è che i presidenti, prima del termine del mandato, si danno da fare per assicurarselo, perchè dopo...non si sa mai. Ma una cosa è cercarlo, altra cosa assicurarglielo ad ogni costo.
Sorge però il sospetto che tutto questo polverone Maurizio Costanzo - che comunque ha ragione - l'abbia sollevato solo perchè protraendosi a lungo i loro programmi (nel caso, quello della Maggioni) il suo è finito ad ore antelucane. E dunque se avessero rispettato gli orari, Costanzo se ne sarebbe stato zitto zitto a coltivare il suo orticello, anche in Rai, come se quello Mediaset' gli stesse stretto, troppo stretto.
Ma poi c'è la questione madre, che riguarda anche Costanzo, ed altri tirannosauri che stanno ancora in tv, nonostante l'età biblica, e non si sognano neppure di lasciare il loro posto a giovani - esattamente come Costanzo auspica per gli ex presidenti - che saprebbero fare forse meglio di loro, sicuramente come loro, il lavoro che si ostinano a fare da decenni.
Da sempre lo andiamo scrivendo: Angela, Costanzo, Augias (i primi nomi che ci vengono in mente) sono da secoli in tv. Non sarebbe arrivato anche per loro il momento di lasciare, che è poi ciò che Costanzo vorrebbe dagli ex presidenti?
Infine un consiglio disinteressato per Aldo Grasso, solo per lui: cerchi di rivolgere la sua attenzione anche alle reti tv del suo padrone, magari usando la stessa puntualità e senso critico che gli vediamo usare nei confronti di Rai e Mediaset.
L'altro giorno, ad esempio, scrivendo di una nuova trasmissione Rai, ha omesso volontariamente, dovendone sottolineare il flop, il nome di uno dei conduttori, quasi che la responsabilità del disastro di ascolti, ripetutosi peggiorato anche nella seconda puntata, fosse solo di uno. Perchè, Grasso? C'entra forse con chi ha a che fare, magari per interposta persona, con l'azienda nella quale lavora?
(Pietro Acquafredda)
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