sabato 5 settembre 2020

La FESTA del FATTO, cioè dei CINQUESTELLE

 Ci siamo convinti da tempo che il giornale di Travaglio e i Cinquestelle al Governo marciano nella medesima direzione. E che l'uno sia l'house organ dell'altro, del Movimento cioè che sembra ogni giorno perdere pezzi, nonostante il suo sostenitore faccia la faccia cattiva e tenti di mettere paura agli oppositori.

 Che sono praticamente tutti - tutto il resto del mondo, dell'informazione come della politica,  - oppositori di Travaglio. Il quale ogni giorno sale in cattedra per la sua lezione di giornalismo, impartita gratuitamente da quelle acidissime colonnine, nelle quali non c'è verso che ne esca sano e salvo qualcheduno. 

 

E se è intenzionato a fare la guerra al mondo intero, una attenzione speciale riserva a particolari e momentanei nemici, che via via si inventa, secondo la logica  che se non ti inventi un nemico concreto a chi fai poi la guerra? Un tempo era Berlusconi, il nemico n.1, il demonio - 'l'imbroglione' come l'ha definito in queste ore, assai inopportunamente, De Benedetti senior che di imbroglioni se ne intende - che faceva comodo al restante arco costituzionale, tolta la destra.

Adesso, ad esempio, Travaglio riserva poca attenzione a Renzi o a Maria Elena Boschi, un tempo suoi bersagli preferiti. E' fermamente convinto che contino meno di nulla; ma forse sbaglia, perchè l'ex premier insidia, sprezzante del pericolo di essere spazzato via  da una elezione troppo vicina, mette, come si dice, il 'bastone fra le ruote' sia del Governo che del Pd, e di Zingaretti.  Altro nemico dichiarato è il PD, lo era e lo sarà.  Naturalmente particolari attenzioni rivolge lui e la sua redazione al Cazzaro verde ed alla sua comitiva.

Mentre, invece, sostiene a spada tratta sia il premier che il suo governo, nonostante la società 'a scopo di lucro' avviata con il PD, c e sia naturalmente il Movimento. Del quale oltre che sostenitore sembra diventato anche il consigliere, neanche tanto segreto.

Alla Festa del Fatto hanno sfilato tutti i ministri che contano, o che l'attuale emergenza ha messo in vetrina (meglio sarebbe stato per alcuni se fossero rimasti nell'ombra) e naturalmente il premier. Intorno alla Azzolina ha creato un cerchio protettivo costringendo perfino alcune penne 'affilate' del suo giornale a tesserne le lodi, come ha fatto fare anche con  la sindaca Raggi. Poco c'è mancato che invitassero pure Toninelli.

Nelle ultime settimane ha preso di mira anche uno che per anni si è detto che ha salvato l'Europa e l'Italia in primis dalla bancarotta, Mario Draghi. Perchè dallo stesso tempo si va dicendo che sarà lui a disarcionare Conte,  per insediarsi lui. Tanto che l'attuale premier è stato costretto a dire che lui non lo teme - esattamente il contrario della realtà - e che lo stima così tanto da candidarlo, sempre che lui avesse acconsentito, alla presidenza della Commissione Europea. Che non avvenne perchè la risposta di Draghi a Conte, fu che era 'stanco'. Altra falsità. Cpme se uno può candidare alla Presidenza della Commissione qualcuno senza averne prima parlato  e ottenuto l'appoggio dei membri forti dell'Uione.

Adesso che Draghi viene candidato ogni giorno a tutto, dal Governo al Quirinale, ecco che Travaglio lo descrive come un buono a nulla,  che si è presentato a Rimini all'annuale appuntamento di CL, per dire solo banalità,  e nient'altro. Insomma Travaglio ha avviato la campagna 'anti Draghi', perché nessuno più lo candidi a nulla, invitandolo a riposarsi,  tanto quello che ha detto a Rimini e altrove lo sapevamo già, e non serviva davvero che venisse lui a dircelo.


Nonostante questo appoggio strenuo, quasi eroico al Movimento, socio dell'attuale governo, il Fatto è uno dei pochi che ha aumentato le vendite. Ci sarà una ragione. Ma come, viene da dire: nel periodo di maggiore declino dei Cinquestelle, il giornale che li sostiene - esattamente come faceva un tempo L'Unità con il  Partito Comunista -  ha più seguito di prima?

 La ragione principale sta nell'antipatia congenita di Travaglio e nella  sua bile riversata, ogni sera in tv, e ogni mattina in edicola sul resto del mondo. Chi fa la faccia cattiva - poco importa se solo la faccia - raccoglie consensi ( era accaduto anche ai Cinquestelle capitanati d Grillo); perchè piace alla 'ggente' che gli affida il compito di colpire duro tutto e tutti.

E poi la sovraesposizione, specie sulla tv di Cairo e su quelle interna al giornale, dell'intera redazione, ogni giorno, per mostrare quanto sono bravi, quanto sono corretti loro, mentre tutti gli altri sono cattivi e si macchiano solo di scorrettezze e misfatti. Aggiungendovi anche l'intensa attività in palcoscenico che riprende pari pari ciò che faceva Beppe Grillo, all'inizio della sua avventura politica. Solo che Grillo qualche volta faceva anche ridere; Travaglio, Scanzi &C. no. Mai.

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