giovedì 17 settembre 2020

C'è voglia di teatro in Italia dopo i mesi di chiusura ( da La Repubblica, di Anna Bandettini)

 Per il teatro è stato il più gran cambiamento di sempre: si parla della pandemia e del lockdown, prima con le sale chiuse e l'attività ferma, poi l'obbligo del distanziamento in scena e nel pubblico, tanto che gira ancor il timore tra gli artisti, non tanto che si richiuda tutto come è successo nei quattro mesi di primavera, quelli più importanti della stagione teatrale, quanto che il pubblico abbia perso la spinta a entrare nelle sale, che gli spettatori abbiano paura di riunirsi in uno spazio, anche se con il distanziamento e il rispetto delle regole sanitarie. Ecco, non è per rassicurare e basta, ma i numeri danno risposte diverse e raccontano una storia più interessante. Gli spettatori ci sono e hanno desiderio di rivedere gli spettacoli.

Già i festival di questa estate lo avevano mostrato - Kilowatt, il festival di San Sepolcro dedicato alla scena indipendente ha chiuso con un bilancio di oltre 4 mila spettatori nei sei giorni del programma, oltre 5 mila quelli che avevano affollato il festival di Santarcangelo in soli tre giorni - ma ora anche i luoghi canonici, i teatri registrano la voglia degli spettatori di tornare ad ascoltare, vedere, sentire dal vivo. Il Teatro Franco Parenti di Milano, tra i pochi che non si è tirato indietro di fronte al distanziamento e a incassi inevitabilmente ridotti, ha il merito di aver organizzato la stagione estiva più ricca e bella della città (dal 15 giugno al 31 agosto) con spettacoli, attori di fama, balletti e ora conta i risultati e sono straordinari: 4 mila e 200 spettatori hanno frequentato le sale al chiuso con l'obbligo del distanziamento, cui si aggiungono i 5200 delle serate di spettacolo all'aperto nello spazio dei Bagni Misteriosi. Totale 9400 presenze, complice una offerta intelligente, dal recital di Luigi Lo Cascio (oltre 500 persone) alla stand up comedy, allo spettacolo di Michele Placido, ma anche alla gradevolezza dell'ambiente - il distanziamento nella sala grande al chiuso organizzata con abat jour accanto a ogni poltrona occupata. 

"Quello che è importante non è tanto il bilancio positivo della nostra stagione - dice André Ruth Shammah, direttrice del Franco Parenti - ma la prova che la gente c'è e ha voglia di cultura, ha voglia di uscire di casa e di stare di nuovo insieme". Anche perché i numeri del Franco Parenti aumentano se si contano anche i mille e cinquecento spettatori dei "Camios", spettacoli nei camion che hanno girato la regione e i 55 mila che hanno affollato la piscina dei Bagni Misteriosi (il Franco Parenti di Milano ha questa straordinarietà: una bella piscina attigua al teatro).

Ma stessa soddisfazione registra il Teatro Stabile di Torino, altro teatro che non si è limitato a qualche apertura all'aperto o a soli monologhi, ma ha messo in piedi una vera stagione di spettacoli in collaborazione con il Festival delle Colline e con la Fondazione Teatro Piemonte Europa. Nonostante l'obbligo a contenere la capienza in duecento spettatori (secondo le direttive del Dpcm, il decreto ministeriale perché il Piemonte non ha derogato come hanno fatto altre Regioni) lo stabile torinese ha totalizzato nella sala del Teatro Carignano, dove la stagione dal 15 giugno proseguirà fino al 13 settembre (16 titoli di drammaturgia contemporanea, 100 recite totali e 16 appuntamenti inseriti nella sezione Extra Plays) 13mila spettatori, 7 mila in quella all'aperto nel cortile di Combo che proseguirà fino al 27, per un totale di 20 mila persone. "Sì, il pubblico ha dimostrato un'affezione al teatro davvero straordinaria- dice Filippo Fonsatti il direttore - ed è quello che conta per tutti e che ci sostiene per preparare una stagione autunnale altrettanto ricca e interessante, per ritrovare quel senso di comunità viva che solo il teatro offre".


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