lunedì 28 settembre 2020

Giudicate voi questa inattesa e incomprensibile dichiarazione di Antonio Pappano

 L'ultima in ordine di tempo, fra le dichiarazioni prive di senso, anzi contrarie al senso comune, l'ha fatto Antonio Pappano, dalle pagine del Corriere della sera, interpellato da Valerio Cappelli, in occasione dell'illustrazione della incipiente stagione di concerti dell'Accademia di Santa Cecilia.

La domanda, in tutta evidenza,  non è partita dall'intervistatore che l'ha confezionata a posteriori, per inserirvi la sorprendente inattesa dichiarazione non richiesta di Antonio Pappano.

Il quale ha dichiarato: "Il fascino è che lo spazio maggiore intorno ai musicisti crea più libertà con l'arco, e il suono arriva più potente di come pensavamo all'origine".

 Dunque secondo il noto direttore, la distanza interposta fra gli orchestrali per osservare il distanziamento a fini sanitari, fa arrivare più potente il suono e crea più libertà ai musicisti che imbracciano l'arco.

Cioè, tutto quello che ci è stato sempre detto, a proposito della 'compattezza' del suono è falso. Meglio se l'orchestra, ridotta nel numero, viene dislocata su uno spazio più ampio perchè all'ascoltatore arriverà non più il suono 'unificato' degli violini o delle viole ... ma 18 violini, 12 viole e via dicendo. Insomma non  un' orchestra formata da solisti che suonano insieme, ma tanti violini che suonano insieme senza che il suono dei singoli si fonda nell'unico suono delle singole famiglie strumentali..

 C'era bisogno del Covid per consigliare agli archi di aumentare la  distanza  fra di loro, per consentire ai singoli strumentisti maggiore libertà e spazio nel maneggiare l'arco?

E con il coro come la mettiamo?  Un coro i cui membri cantino distanti l'uno dall'altro un metro; e un metro anche fra una fila e l'altra, sarebbe secondo tale logica,da preferire  alla disposizione canonica dei coristi quando formano 'un' coro?


Sinceramente fatichiamo a  non considerare queste dichiarazioni delle inutili inopportune idiozie.

Esattamente come abbiamo sempre considerate altre consimili dichiarazioni: l'opera senza scena, rende più giustizia alla musica, anzi sarebbe da preferire, perchè il palcoscenico distrae (in occasione di esecuzioni 'oratoriali' di 'drammi musicali' wagneriani); o che  l'orchestra ridotta a dimensioni cameristiche, ad esempio per le sinfonie di Schubert, renderebbe più comprensibile e più chiaro il discorso musicale ( in occasione di una esecuzione in cui gli strumentisti disponibili erano di numero assai ridotto, più ridotto di quello richiesto della sinfonie schubertiane). Queste dichiarazioni si sono ascoltate, non molti anni fa, da un direttore, di chiarissima fama, defunto prematuramente.

Anche se si comprendono le ragioni, esclusivamente pratiche, contingenti ('pro domo sua', commenterebbero i latini),  di tali dichiarazioni esse non meritano neanche di essere prese in considerazione. Esattamente come nessuna considerazione merita Antonio Pappano.

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