sabato 5 settembre 2020

Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è il primo in Italia a rialzare il sipario, dopo i mesi di chiusura forzata, con 'Rinaldo' di Haendel

  È il primo teatro italiano a rialzare il sipario in sala per dare inizio alla stagione lirica 2020/2021 per un'opera lirica dopo il lockdown: il Teatro del Maggio di Firenze inaugura il 7 settembre e lo fa presentando al pubblico Rinaldo, capolavoro barocco di Georg Friedrich Händel. L'opera (altre recite il 9 e 10 settembre ore 20; 13 settembre ore 15:30), ricostruzione dell'allestimento del Teatro Valli di Reggio Emilia in coproduzione fra i Teatri di Reggio Emilia, il Teatro La Fenice di Venezia e il Maggio Musicale Fiorentino, sarebbe dovuta andare in scena tra la fine di marzo e l'inizio di aprile, ultimo titolo della stagione 2019/2020, annullato a causa della serrata legata alla pandemia di coronavirus.

A Firenze Rinaldo è diretto da Federico Maria Sardelli e messo in scena nello storico allestimento di Pier Luigi Pizzi (nell'anno in cui si celebrano i 90 anni del regista e scenografo): concepito dal regista 35 anni fa per il Teatro Valli di Reggio Emilia, si adatta perfettamente, si spiega dal Maggio, alle necessità di questi tempi di Covid: Pizzi, ora come allora, ha fatto sì che i cantanti si muovessero a bordo di carri spostati e posizionati sulla scena da mimi, in modo da ridurre al minimo le occasioni di contatto tra gli artisti. "Sono molto contento di portare questo titolo al Teatro del Maggio in questo periodo - afferma Pizzi -, noi tutti abbiamo una gran voglia di tornare a fare teatro, e cercheremo di farlo con leggerezza, senza sentirci costretti nelle regole, affidiamoci al buonsenso". Ad interpretare Rinaldo, Raffaele Pe. Con lui Leonardo Cortellazzi nel ruolo di Goffredo, Carmela Remigio interpreta Armida, Francesca Aspromonte sarà Almirena, Andrea Patucelli Argante, William Corrò Mago Cristiano.

Per quanto riguarda le misure di sicurezza imposte dall'emergenza sanitaria il Teatro del Maggio, farà in modo che vengano effettuati test sierologici con frequenza settimanale a tutti gli artisti "costretti" a non rispettare il distanziamento sul palco per evidenti esigenze di scena. Per chi lavora all'interno della macchina teatrale sono stati organizzati percorsi e spazi dedicati, e procedure che limitano i contatti. (ANSA).

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