venerdì 11 settembre 2020

E' morto Messinis, il critico che ha sempre tenuto 'il piede in due scarpe': critico musicale e, contemporaneamente, direttore artistico o sovrintendente

 ANSA. E' morto a Venezia il musicologo Mario Messinis, che dal 1998 al 2001 era stato Sovrintendente del Teatro La Fenice. A darne l'annuncio è la Fondazione del teatro veneziano, che stamane ha esposto sulla facciata della Fenice la bandiera a mezz'asta. Messinis aveva 88 anni. Professore al Conservatorio Benedetto Marcello e allo Iuav, è stato un acuto critico musicale e un grande organizzatore culturale. Critico musicale de 'Il Gazzettino', aveva ricoperto importanti incarichi in alcune delle maggiori istituzioni culturali del Paese: direttore della Biennale Musica di Venezia (1979-1989 e 1992-1996), direttore artistico dell'Orchestra RAI di Torino (1986-1989) e dell'Orchestra RAI di Milano (1989-1994), per la quale aveva ideato nel 1989 il Festival "Dialoghi con Maderna". Per ventisette anni, dal 1992 al 2019, era stato anche direttore artistico di Bologna Festival..

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Un lettore ha scritto al Gazzettino  per INVITARE il direttore a farsi, attraverso il giornale, del quale Messinis è stato per mezzo secolo critico musicale,  promotore di qualunque azione capace di non far dimenticare tale sua attività, alla quale ha sempre  affiancato quella di operatore musicale nelle Orchestre Rai, alla Biennale, al Festival di Bologna( per decenni fino a poco fa), infine al Teatro la Fenice del quale è stato sovrintendente dal 1997 al 2000. Negli anni, perciò, subito dopo l'incendio che la distrusse  e prima ancora che la ricostruzione fosse completata e l'attività riavviata.

 Per questo il lettore  sbaglia quando attribuisce a Messinis e al suo direttore artistico Pinamonti la ricostruzione musicale del teatro, che va ascritta al sovrintendente Vianello e al direttore artistico Sergio Segalini.

E poi - lo abbiamo scritto tante volte - a noi quelli anche bravi, come lo era Messinis, che tengono per tutta la vita il 'piede in due scarpe' come lui ha sempre fatto facendo il critico e contemporaneamente il sovrintendente o direttore artistico, non sono mai piaciuti. E non è che dopo la sua morte possiamo cambiare idea.(P.A.)

   

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