venerdì 12 ottobre 2018

Rubiamo al nostro amico Giuseppe Pennisi questo suo scritto di economia, apparso su 'Avvenire', per la chiarezza e l'interesse delle argomentazioni, sperando che non ci mandi in galera


      Il paradosso: i soldi per le pensioni e il Reddito nel 2019 non saranno spesi tutti, 
                                                  ma il debito salirà lo stesso

La manovra nasconde un paradosso: nonostante durante la preparazione della Nadef gli azionisti di maggioranza del Governo si siano accapigliati per la divisione delle risorse in manovra, nel 2019, per gli obiettivi specifici per cui i due movimenti sono quasi venuti alle mani, si spenderà molto meno di quanto allocato nella Legge di bilancio. E ciò nonostante il rapporto debito-Pil crescerà (e non poco).

Vediamo le voci care alla Lega. Per la 'sicurezza' un solo elemento comporta spese aggiuntive: l’aumento di 10.000 unità delle Forze dell’ordine. Ci vorrà un concorso, e anche utilizzando procedure semplificate ciò richiederà almeno 18 mesi dalla data di pubblicazione del bando. Ciò vuol dire che nel 2019 si spenderanno unicamente le 'propine' (peraltro irrisorie) per i commissari di esame. 

Il piatto forte tra i provvedimenti prioritari per la Lega è il superamento della 'legge Fornero', una spesa aggiuntiva di 7 miliardi. La stima si basa sull’assunto che tutti coloro che raggiungeranno 'quota cento' correranno all’Inps per chiedere la liquidazione della pensione. È un’ipotesi stravagante in quanto molti dipendenti – almeno la metà – vorranno restare in impiego per non ave- re una decurtazione di reddito, poter fruire di aumenti di salario negli ultimi anni di carriera o semplicemente perché interessati al loro lavoro e spaventati dalla prospettiva di passare le loro giornate ai giardinetti. Utilizzando un semplice calcolo delle probabilità appare più realistica una spesa nel 2019 di 3 - 3,5 miliardi. 

Ancora meno verrà erogato per 'le pensioni ed il reddito di cittadinanza', la pietanza che tanto preme al M5s: è semplice aumentare il minimo previdenziale ed utilizzare un miliardo per risorse umane e strumentali addizionali dei Centri per l’impiego, ma molto complesso fare giungere i soldi nelle tasche di chi è in stato di bisogno. Occorre definire regole e procedure tramite decreti attuativi, circolari, formazione per gli impiegati e prevedere il solito corredo di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Se tutto va bene, i primi soldi arriveranno per il Natale 2019. 

E l’aumento della spesa per investimenti pubblici? Se non si procede di corsa con Tav, Tap e Terzo valico e con i progetti della 'legge obiettivo' di berlusconiana memoria, nei cassetti c’è grande penuria di progetti pronti ad essere appaltati e cantierati. 
Con questi 'risparmi di spesa' si ridurrà il rapporto debito - Pil ? Non esattamente, per tre ragioni. 
Uno, la stima mediana di trenta istituti internazionali sulla crescita dell’Italia nel 2019 non è 1,5% come nel Nadef ma 0,9%. 
Due, tra giudizio delle agenzie di rating e fine del 'quantitative easing' della Bce si prevede un aumento dei tassi di interesse sul debito. 
Tre, le spese non effettuate nel 2019 si riverseranno sul 2020, aggravando i conti per l’anno in questione ed intimorendo in anticipo i mercati per gli anni a venire.
                                                                                              Giuseppe Pennisi

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