Il
paradosso: i soldi per le pensioni e il Reddito nel 2019 non saranno
spesi tutti,
ma il debito salirà lo stesso
La manovra
nasconde un paradosso: nonostante durante la preparazione della Nadef
gli azionisti di maggioranza del Governo si siano accapigliati per la
divisione delle risorse in manovra, nel 2019, per gli obiettivi
specifici per cui i due movimenti sono quasi venuti alle mani, si
spenderà molto meno di quanto allocato nella Legge di bilancio. E
ciò nonostante il rapporto debito-Pil crescerà (e non poco).
Vediamo le voci
care alla Lega. Per la 'sicurezza' un solo elemento comporta spese
aggiuntive: l’aumento di 10.000 unità delle Forze dell’ordine.
Ci vorrà un concorso, e anche utilizzando procedure semplificate ciò
richiederà almeno 18 mesi dalla data di pubblicazione del bando. Ciò
vuol dire che nel 2019 si spenderanno unicamente le 'propine'
(peraltro irrisorie) per i commissari di esame.
Il piatto forte tra i
provvedimenti prioritari per la Lega è il superamento della 'legge
Fornero', una spesa aggiuntiva di 7 miliardi. La stima si basa
sull’assunto che tutti coloro che raggiungeranno 'quota cento'
correranno all’Inps per chiedere la liquidazione della pensione. È
un’ipotesi stravagante in quanto molti dipendenti – almeno la
metà – vorranno restare in impiego per non ave- re una
decurtazione di reddito, poter fruire di aumenti di salario negli
ultimi anni di carriera o semplicemente perché interessati al loro
lavoro e spaventati dalla prospettiva di passare le loro giornate ai
giardinetti. Utilizzando un semplice calcolo delle probabilità
appare più realistica una spesa nel 2019 di 3 - 3,5 miliardi.
Ancora
meno verrà erogato per 'le pensioni ed il reddito di cittadinanza',
la pietanza che tanto preme al M5s: è semplice aumentare il minimo
previdenziale ed utilizzare un miliardo per risorse umane e
strumentali addizionali dei Centri per l’impiego, ma molto
complesso fare giungere i soldi nelle tasche di chi è in stato di
bisogno. Occorre definire regole e procedure tramite decreti
attuativi, circolari, formazione per gli impiegati e prevedere il
solito corredo di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Se tutto va
bene, i primi soldi arriveranno per il Natale 2019.
E l’aumento
della spesa per investimenti pubblici? Se non si procede di corsa con
Tav, Tap e Terzo valico e con i progetti della 'legge obiettivo' di
berlusconiana memoria, nei cassetti c’è grande penuria di progetti
pronti ad essere appaltati e cantierati.
Con questi 'risparmi di
spesa' si ridurrà il rapporto debito - Pil ? Non esattamente, per
tre ragioni.
Uno, la stima mediana di trenta istituti internazionali
sulla crescita dell’Italia nel 2019 non è 1,5% come nel Nadef ma
0,9%.
Due, tra giudizio delle agenzie di rating e fine del
'quantitative easing' della Bce si prevede un aumento dei tassi di
interesse sul debito.
Tre, le spese non effettuate nel 2019 si
riverseranno sul 2020, aggravando i conti per l’anno in questione
ed intimorendo in anticipo i mercati per gli anni a venire.
Giuseppe Pennisi
Nessun commento:
Posta un commento