Sarà passato poco più d'un mese da quando la Biennale Musica veneziana, edizione 2018, si apriva con il noto The Yellow Shark , nella versione integrale che il direttore Ivan fedele, che da qualche anno insegna anche ai corsi dell'Accademia di s.Cecilia, ha voluto affidare ad un gruppo abbastanza numeroso, purtroppo poco attivo, stabile al Parco della Musica, filiazione diretta di Musica per Roma, che si chiama 'Contemporanea Ensemble', diretto da Tonino Battista. E Musica per Roma a Venezia era coproduttrice del concerto.
In calce al programma, dettagliato, del concerto veneziano, dal quale si poteva desumere in sequenza l'elenco lungo ma completo dei brani che componevano il famoso 'squalo giallo',ed anche i nomi degli orchestratori o autori della versione veneziana di alcuni brani di Zappa, si diceva anche che la fondazione intitolata al musicista ne aveva autorizzato l'esecuzione in Italia. Punto.
Come sia andata a Venezia non sappiamo, non ricordiamo di aver letto qualcosa in proposito. Sarà andata malissimo per cambiare interpreti nell'esecuzione di Roma, nell'ambito di RomaEuropa Festival? Certamente non è da mettere in relazione a tale esito ciò che stiamo per dirvi, perchè, va ricordato, i relativi programmi, pronti da tempo, non potevano prevedere l'esito veneziano. Perchè allora, se si aveva l'orchestra in casa, si è voluto invitare l'Orchestra dell'Accademia della Scala, in verità un ensemble che reca il nome di Giorgio Bernasconi, e la direzione di Peter Rundel, la cui sola presenza, quella sì, aggiungeva all'esecuzione romana un ulteriore motivi id interesse, essendo stato il direttore, nel 1992, a Francoforte, a capo dell'Ensemble Modern, alla prima esecuzione del lavoro, con Zappa presente, seppure molto malandato a causa della malattia che poco dopo lo condurrà alla morte?
Rundel ha dichiarato che non ha mai voluto prima d'ora dirigere l'opera perché non ha mai ritenuto sufficienti - come invece ha fatto l'Accademia della Scala? - le condizioni di lavoro. Anche quelle veneziane non garantivano il direttore Rundel? Non sappiamo naturalmente se sia stato interpellato anche per la Biennale, prima di RomaEuropa.
Certo molto strano ci è parso che pur avendo in casa ( Auditorium) un'orchestra che ha da poco interpretato l'opera di Zappa si sia ricorsi ad un'altra orchestra fatta appositamente venire da Milano. Forse, nonostante ciò, meno costosa dell'orchestra di casa? Potrebbe anche essere. I misteri della programmazione in Italia sono infiniti. Musica per Roma, che ha collaborato con RomaEuropa non glie l'ha proposto. Comunue la si pensi, la stranezza è evidente.
Ciò premesso, da ascoltatore 'zappiano' neofita, anzi alla prima occasione di ascolto, dobbiamo confessare che ieri sera abbiamo avuto una bella sorpresa. L'orchestra di giovani dell'Accademia milanese ha ben figurato in un repertorio che sarebbe ingiusto catalogare in un settore o stile o in un altro. E Zappa come si fa a definirlo musicista rock? Egli è compositore attento a tutto quello che era già avvenuto nella musica - ci vengono in mente i nomi di Varèse ed anche di Strawinsky - e nello stesso tempo a ciò che si sviluppava intorno a lui. Non è musicista 'facile', come si potrebbe supporre; anzi parecchi brani dell'opera eseguita - si trattava di una suite che metteva in fila alcuni fra i più noti brani di Zappa - erano non semplici da seguire, richiedevano attenzione, e si facevano apprezzare soprattutto per la varietà e ricchezza timbrica, ed in parte per quella ritmica. La quale ultima esplodeva nei brani che impegnano tutta l'orchestra: quelli posti all'inizio e fine del concerto, veramente trascinanti. Non banalmente. Inutile dire che le richieste di bis, concesse, sono state numerose. Solo in esse emergeva qualche melodia fra le tante riconoscibili e memorizzate di Frank.
Un'ultima curiosità: nel pubblico intervenuto abbastanza numeroso, i giovani non costituivano la maggioranza.
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