sabato 6 ottobre 2018

Il Governo Gialloverde è il primo, in Italia, a voler mantenere le promesse elettorali. Vero, ma a quali condizioni?

La stampa amica ne fa un motivo di merito del Governo della coppia Di Maio-Salvini, con l'accessorio Conte e mettiamoci anche Tria, quello di realizzare le promesse elettorali, quelle, e solo quelle, per cui molti - troppi, per noi - italiani li hanno votati e tuttora manifestano, nelle  assidue intenzioni di voto manifestate nei sondaggi, che li voteranno ancora. siamo ad oltre il 60%. Una tragedia italiana, che gli italiani hanno voluto, credendo proprio a quelle promesse elettorali, le quali, se non vengono mantenute, alla coppia e agli accessori dell'attuale governo procurerebbero  guai seri - nel linguaggio da bar sport, al quale ci stanno sempre più abituando anche da pulpiti istituzionali, si direbbe in maniera del tutto diversa e più colorita, che non serve ripetere perchèéda tutti intuita.

 Che realizzare le promesse elettorali sia il primo dovere di un governo che sulla base di quelle promesse è stato eletto, ci sembra perfino superfluo ribadire: Reddito  di cittadinanza, Abolizione della legge 'Fornero', Flat tax, i punti cardine di quelle promesse, salvo qualche aggiustamento.  Il governo avrebbe fatto tutto questo ed avrebbe trovato i soldi per farlo.  Bene, bravo.

Alla prova dei fatti, perciò,  non può rimangiarsi quanto ha promesso; ma può farlo senza essere riuscito a trovare i soldi? Sta qui il problema che inficia la coerenza del 'ciufolo' di mantenere le promesse  elettorali. Se non hai i soldi per mantenerle, e fai di tutto pur di mantenerle  non sei un eroe ma un irresponsabile, della  cui pericolosità sociale  i cittadini elettori non si sono ancora accorti.

Le gazzette amiche naturalmente sostengono la tesi che le promesse fatte vanno mantenute, costi quel che costi, non importa se qualcuno fa notare alla coppia - perchè sono loro due gli interlocutori, non
 certo Conte o Tria - che se si prendono dei provvedimenti a favore del paese, senza avere i soldi necessari, si deve ricorrere a nuovo debito  con il conseguente aumento degli interessi sul debito stesso. E perciò ciò che si dà con una  mano si riprende con l'altra.

 Nel braccio di ferro con la Commissione Europea (la quale, secondo l'ufficio stampa del Governo diretto da Marco Travaglio, 'pur morente in molti sensi, boccia  ciò che lo spread ha già  metabolizzato' -   il duo 'Spaccone/Bullo'  deve avere la meglio; ma per questo si sta ora studiando il modo per non fargli perdere la faccia, senza afflosciargli i muscoli: si lascerà il rapporto debito /Pil al 2,4%, ma si taglieranno risorse ai ministeri e pure qualche detrazione: si spera non quelle mediche o sui mutui prima casa.

Insomma i due non possono perdere la faccia,  e se non hanno altro da vendersi, se non le anacronistiche promesse elettorali,  fallite le quali,  a Giggino e Matteo n.2 il voto  chi glielo darà, oltre  gli stretti famigliari? Sicuramente non li rivoteranno i tanti servi graziati, presenti anche  nelle file del governo, perchè saranno incazzati per non aver potuto godere del potere quanto e come speravano.

Va detto che l'austerità  dell'Europa ha procurato in questi anni parecchi danni ai cittadini, dunque era ora che qualcuno le si rivoltasse contro e proponesse una nuova ricetta. Ma non a costo di altri danni.
 Se si voleva forzare  perchè non impiegare quegli stessi fondi  per creare lavoro? L'Europa avrebbe accettato.  E, in Italia, settori nei quali fare investimenti per creare lavoro, ce n'è infiniti, molti dei uali urgentissimi ed inprorogabili (il crollo del ponte a Genova avrebbe dovuto consigliare)

Invece, Giggino quanti posti di lavoro ha creato da quando è ministro, vice premier e premier ff. con il compagno specializzato, furbescamente, sui migranti il cui sbarco in Italia era diminuito  di molto da tempo prima di lui, e i cui rimpatri non gli riesce ancora di effettuare, mentre la Germania rispedisce al paese di prima accoglienza, cioè l'Italia di Salvini,  i migranti che non hanno ottenuto il permesso di soggiorno o la cittadinanza tedesca?

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