domenica 28 ottobre 2018

LOCUZIONI per ALLOCCHI

Fateci caso a che voi, noi da tempo riflettiamo su certe locuzioni, restandone infastiditi, che ci capita di leggere spesso su testate giornalistiche o in slogan di manifestazioni, eventi o festivals.

 Molti anni fa collaboravano ad un settimanale di musica, accluso al quotidiano La repubblica, inventato da Roberto Campagnano. La testata del settimanale suonava: Musica Rock... e altro. 
In quel caso  l'altro della testata comprendeva anche noi che per il settimanale scrivevamo di musica cosiddetta classica (allora non era intervenuto ancora Qurino Principe  a suggerirci di sostituire 'classica' con 'forte') .

 C'è una variante, nella quale ci è capitato di imbatterci, dove la locuzione ... e altro era sostituita con un'altra: ... e molto altro.

Qualche altra volta - locuzioni simili  ci è capitato di leggere , notando lo stesso fastidio che ci aveva procurato quella testata.

Ricordiamo un piccolo festival, in zona Sannio,  al quale partecipammo più di una volta, che si presentava con questo slogan: Pianoforte ... e dintorni . Dove  dintorni stava per musica in generale, non limitata a quella pianistica. E forse questa era l'unica di questa serie che, promettendoci di non uscire del tutto dal seminato come le altre invece ci facevano intravedere, non ci disturbava del tutto.

Ancora: Jazz... ma non solo. Al posto di Jazz potremmo mettere molto altro, appunto.

 Infine:  Viaggi... e molto di più. Anche uin questo ultimo esempio il termine Viaggi può  essere sostituito da infiniti altri.

 Lasciamo per un momento l'ambito delle testate giornalistiche, delle trasmissioni televisive o radiofoniche, degli eventi, manifestazioni  o festivals. E rivolgiamoci ad un settore merceologico specializzato nella commercializzazione  di un genere di prodotti. Ad esempio, la pasticceria o le ferramenta.

 Che effetto farebbe leggere nelle insegne di alcuni negozi, ad esempio: Pasticceria... e altro; oppure Ferramenta... e molto di più; o, infine, Alimentari ... e dintorni? Un effetto strano, perché  se  noi ci rechiamo dal ferramenta, è perchè sappiamo che lì troviamo ciò che cerchiamo:ferramenta; mai penseremmo di trovarci sul bancone anche  prodotti alimentari (per quelli andremo in negozi di alimentari) e semmai venisse una simile idea balzana al proprietario, quella sua idea ci convincerebbe del contrario: cioè a non andare più nel suo ferramenta dove sono in vendita anche prodotti alimentari.

Il discorso vale anche per un festival, mettiamo. Se noi andiamo ad un festival Jazz, che ci frega se ci danno  anche teatro? Noi siamo andati lì per il Jazz; per tutto l'altro, andiamo dove quell'altro ci viene offerto.

 Queste locuzioni potrebbero far riflettere al consumatore di giornali o di manifestazioni: sappiamo che tu non ti accontenti di ciò che sei venuto a cercare proprio qui, ed allora ti offriamo anche altro. Insomma, come fai ad accontentarti di una  cosa alla volta?

 A queste riflessioni ci costrinse tanti anni fa un distributore di giornali, che distribuiva anche la rivista Piano Time che noi dirigevamo. Quel distributore, molto noto e assai navigato nelle tecniche di vendita ci fece notare che se una testata  era dedicata al pianoforte, come era la nostra, l'acquirente la comprava perchè dentro  voleva trovare ciò che gli si prometteva con la testata medesima. Se, invece, dentro c'era un eccesso di ...altro, ...di più, ...dintorni,...non solo,   COME POTEVA DIRGLI UN 'EVENTUALE AGGIUNTA ALLA TESTATA, IL LETTORE-ACQUIRENTE poteva evitare di comprarla, perchè semplicemente non interessato a quell'altro. Specie poi se del 'pianoforte' non gli si dava tutto quello che era possibile.

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