Il debito pubblico italiano rimane una vulnerabilità cruciale». Lo scrive Marco Buti, direttore generale della direzione Affari economici e finanziari della Commissione europea, nella nuova lettera inviata al governo italiano, indirizzata al direttore generale del Tesoro, Andrea Rivera. «Un debito pubblico così elevato - si legge - limita lo spazio di manovra del governo per spese più produttive a beneficio dei suoi cittadini». «L’ampia espansione di bilancio prevista per il 2019 è in netto contrasto con l’aggiustamento di bilancio raccomandato dal Consiglio. Questa traiettoria di bilancio, unita ai rischi al ribasso per la crescita del PIL nominale, sarà incompatibile con la necessità di ridurre in maniera risoluta il rapporto debito/PIL dell’Italia» è un altro passo della lettera. Il ministero dell’economia, dal canto suo, ha fatto sapere che risponderà alle osservazioni entro il 13 novembre.
Un documento tecnico
La lettera arriva da una struttura «tecnica» che analizza le manovre economiche dei singoli stati per conto della Commissione e a una serie di parametri quantitativi fa dunque riferimento: «L’Italia ha notificato a Eurostat un debito lordo delle amministrazioni pubbliche per il 2017 pari al 131,2% del PIL, confermando così che l’Italia non ha compiuto progressi sufficienti verso il rispetto del parametro di riferimento relativo all’adeguamento del rapporto debito/PIL nel 2017. Il DPB 2019 prevede una leggera diminuzione del rapporto debito/PIL dal 131,2% del PIL nel 2017 al 130,9% nel 2018 e al 130,0% nel 2019. La diminuzione del rapporto debito/PIL è poi attesa continuare, fino al 126,7% del PIL nel 2021. Nonostante la riduzione prevista del rapporto debito/PIL, non si prevede che l’Italia soddisfi prima facie il parametro di riferimento relativo all’adeguamento del rapporto debito/PIL nel 2018 e nel 2019 sulla base del DPB 2019».
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