Noi non arretreremo di una virgola sulla manovra finanziaria, andiamo avanti come un treno, non accettiamo che a criticarci siano coloro che hanno ridotto il paese in questo stato ( quale?): ritornelli che sentiamo da giorni cantare in coro, o da solisti, Bambola-Conte, Bullo-Salvini, Spaccone-Di Maio. Mentre, a mezza voce, quando non si fa sentire per giorni interi, il Ministro Tria invita alla prudenza, ad abbassare i toni, e manifesta dubbi sulla sostenibilità della manovra, contro la quale ha gridato il mondo intero; dice Tria : attenti a certi segnali di allarme, come la febbre abbastanza alta con lo spread oltre 300 punti, chè non può sostenersi a lungo.
I problemi nel governo di un paese, sono tanti, molti sono venuti già al pettine, e la maggioranza comincia a dare evidenti segni di nervosismo e di incapacità a risolverli. Poi, però, dopo ogni tempesta interna si compatta con lo scambio delle figurine, o delle poltrone, fra i due premier ff.
Perché mentre sembra che la coalizione e coabitazione forzata stia per sfasciarsi, ecco che Salvini e Di Maio si riappacificano, e si concedono perfino qualche minuto di relax, accordandosi sulle nomine Rai, che trasmettono a Salini che domani al CdA presenterà come sue. Dice Salvini a Di Maio: ti concedo Carboni, ma tu devi darmi Sangiuliano. Fatto lo scambio, tutti e due convergono poi su Paterniti al Tg3 - non al Tg1 come avrebbe voluto Di Maio, ma non Salvini, per il quale la Paterniti era troppo 'pro Europa'.
Quali altezze di riflessione politica per i due che quando di volta in volta si accordano mentre parlano di scelte per il paese. Sangiuliamo è di destra, anche pubblicamente, e Carboni da principio ha seguito il Movimento. Che altro si vuole?
Per le reti, invece, ancora stasera, c'è qualche casella vuota, colpa dell'intransigenza di Salvini 'il duro', che vorrebbe alla direzione di Rai 2 Casimiro Lieto, capo autore della cuoca Isoardi, sua fidanzata. La giustificazione è che nel suo petto batte un cuore tenero e pieno di passione per la 'bella Eloise' per la quale sarebbe disposto anche a farsi... da mille marocchini - come recita una abusata barzelletta sconcia e un pò blasfema.
C'è poi la faccenda delle grandi opere. Dopo che Conte s'è preso da solo sulle spalle la croce della Tap - per non farla ricadere sulle spalle del suo principale alleato, Di Maio, deboluccio; ora questi medita sul da farsi dell'altra grande opera, a TAV, per la quale il Toninelli 'patetico' sembra aver già deciso, sapendo che la chiusura è il prezzo da far pagare al paese per la mancata sospensione della TAP. Insomma per un giochino che sembra pericoloso per i Cinquestelle, vengono prese decisioni che danneggiano il paese. Toninelli, il 'fessacchiotto' della compagine di governo, detto bonariamente s'intende, e senza offesa per il ruolo istituzionale che riveste, ha già anticipato al commissario TAV, che da tempo chiede di potergli mostrare la relazione tecnica sulla grande opera ( per la quale anche Tria, ironia della sorte, aveva espresso parere positivo quando non era al governo, e si interessava a quella infrastruttura da tecnico), che prepari le valigie, perchè al termine del suo mandato fra breve, deve andarsene. E la TAV sarà chiusa - dice lui. E il commissario: il ministro straparla - per voler parlare aulico.
E' tragico avere ad un ministero chiave per le sorti future del paese uno come Toninelli che non si rende neanche conto di quello che fa, le spara grosse ogni giorno, tutti gli ridono dietro, e il Governo non lo considera neppure, perchè lo usa come bersaglio: vuole dargli la colpa anche delle calamità naturali, tanto lui non si vendicherà, sapendo bene che quel suo incarico governativo, anche duri un sol giorno, deve ritenerlo un miracolo per lui, data la sua totale incompetenza su tutto.
E poi, ciliegina sulla torta, arrivano i dati relativa al Pil del terzo trimestre 2018, primo del Governo gialloverde: crescita pari a zero. Niente paura, spiega Di Maio: la manovra 'del popolo' farà crescere il Pil, e soprattutto farà felici i cittadini. Come dubitarne?
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