"Vogliamo essere interlocutori del
percorso di riforma delle Fondazioni lirico sinfoniche, per questo
abbiamo chiesto un incontro con il ministro Franceschini. Pensiamo che
in questa fase vada coinvolta anche l'Anci, perchè i Comuni avrebbero
molto da dire".
Lo afferma all'Adnkronos Cristiano Chiarot, presidente
dell'Anfols e sovrintendente del Teatro La Fenice di Venezia.
L'associazione, che rappresenta le 14 fondazioni lirico sinfoniche, si è riunita ieri e ha chiesto un incontro con Franceschini sul futuro
dei teatri lirici italiani, alla luce delle misure previste per il
settore dal decreto Enti locali, convertito in legge e in vigore dallo
scorso 21 agosto.
"E' chiaro che la politica fa il proprio lavoro, ma noi dovremmo dare
qualche indicazione. Anche perchè - sottolinea Chiarot - entro giugno
prossimo dovranno essere messi a punto i regolamenti, previsti dalla
legge, che stabiliranno i parametri entro i quali i teatri verranno
mantenuti come fondazioni o trasformati in teatri lirici. Queste
istituzioni, che custodiscono un patrimonio culturale che rappresenta
l'Italia nel mondo, oggi vengono gestite con forte oculatezza e una
certa attenzione al territorio. Vorremmo dimostrare che siamo in grado
di amministrarle".
Quanto all'Art Bonus, di cui hanno beneficiato 13 su 14 fondazioni
liriche (tutte tranne Cagliari), "un provvedimento utile del quale
ringraziamo il Governo, ma non uguale per tutti, perchè ci sono
territori con istituzioni culturali che magari hanno una maggiore
visibilità del teatro. E' una strada che stiamo percorrendo, ma non
facile. Spesso ci sono mecenati che preferiscono altri tipi di
donazioni. Per le fondazioni - conclude Chiarot - la defiscalizzazione
dovrebbe essere portata all'anno in cui si versa", mentre in questa
fase il credito di imposta ripartito in tre quote annuali di pari
importo.
(Orl/AdnKronos)
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