Forse questa volta Franceschini non proporrà una delle tante proposte balzane - come ci ha spesso abituato a valutare le sue - al tavolo intorno al quale siedono proprio oggi i rappresentanti del Salone del Libro di Torino e i rappresentanti dell'AIE che sono dell'idea di fare una loro Fiera del Libro a Rho, ma finalmente una sensata, che esce dalla testa del ministro che deve avere a cuore le sorti della cultura del suo paese. E la questione dell'editoria libraria, e della lettura è strategica, specie in un paese che legge poco ma che vuole cambiare.
Anche su questo blog abbiamo più volte parlato della secessione fra gli editori italiani e della guerra mossa dall'AIE - che riunisce i grandi editori - al Salone del Libro di Torino, che vanta tanti meriti pur nelle proteste che gli si sono rivolte e non tutte senza ragione. Ma può essere questa una ragione per rifugiarsi sull'aventino di Rho e muovere la propria forza economica contro il più debole ma già molto meritevole salone torinese?
Questo è il problema che Franceschini affronta oggi con i responsabili e rappresentanti torinesi e milanesi; ed è utile che Franceschini prenda di petto la questione senza dilazioni o finzioni. Divisi si fanno male a vicenda, uniti forse potrebbero far bene alla causa del libro in Italia.
Ed allora, stando alle anticipazioni che abbiamo letto su Repubblica, Franceschini proporrà di tenere un salone contemporaneamente nelle due città che con i potenti mezzi delle nostre ferrovie superveloci si raggiungono in poco più di mezzora l'una dall'altra. Magari differenziandosi, lasciando a Torino trattare il libro sotto gli infiniti aspetti soprattutto cutlurali e sociali - come ha sempre fatto , magari con meno idiologia- e a Milano affidando la missione di badare al 'mercato' del libro.
Che era poi ciò che si era pensato di fare un tempo con i due festival del cinema italiani (Venezia e Milano), ma che non si è riusciti mai a fare.
Sulla scorta della congiunta esperienza del Festival MiTo - che comunque è frutto di collaborazione dei governi delle due città, mentre per il libro, specie l'ala milanese è del tutto privata - vivo da oltre dieci anni, si potrebbe inaugurare nel prossimo maggio un MiTo-Festival del Libro.
Franceschini stupiscici, una volta tanto dagli sotto.
P.S. Massimo Gramellini, naturalmente interessato alle sorti del Salone torinese, ha trovato anche il nome idoneo della nuova impresa, libraria, che unirebbe Torino e Milano, après MiTo ( festival di musica). ToMi, che trattandosi di libri non è poi così strampalato.
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