La ragione per cui l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia, guidata da Pappano, suonerà il prossimo 21 settembre in Piazza di Spagna, per l'inaugurazione delle restaurata Scalinata di Trinità dei Monti, pagata dalla famiglia di gioiellieri Bulgari, è semplicissima. E va ricercata più che nella 'rappresentatività' dell'Accademia di Santa Cecilia, nella naturale ed ovvia 'richiesta ' dei gioiellieri all'Accademia ed a Pappano, ed al suo altrettanto naturale ed ovvio accoglimento.
Richiesta naturale ed ovvia perché uno dei fratelli gioiellieri, Nicola, anche in rappresentanza del fratello Paolo, siede nel Consiglio di Amministrazione dell'Accademia, non per benevola volontà, e gratuita concesione dell'Accademia stessa ( come fa con altri pezzi da novanta del giro romano che conta, che però non mettono neppure una lira di tasca propria), ma perché i due fratelli, innanzitutto a causa della amicizia che li lega ad Antonio Pappano, e perchè uno dei due, Nicola, va matto per la muscia, ma anche in considerazione del bisogno sempre maggiore di mezzi dell'Accademia, proprio due anni or sono le hanno dato la bella somma di 1.200.000 Euro, spalmata in più esercizi. Ed è questa la ragione per cui è del tutto naturale che la richiesta di tenere il concerto inaugurale sia stata esaudita dell'Accademia, senza pensarci, anzi 'volontieri'.
E fin qui tutto bene. Mentre invece ci lascia abbastanza perplessi il programma che Pappano ha impaginato per il singolare concerto che sarà anche accompagnato da fuochi di artificio. Pur mettendo da parte il notissimo ma anche sfruttatissimo brano haendeliano, è del tutto fuori luogo l'impronta 'spagnola' che Pappano ha voluto dare al programma del suo concerto, per il semplice fatto che si terrà ai piedi (o dove altrimenti?) della scalinata che termina in piazza di Spagna, piazza che prende questo nome per il fatto che, spostato sulla destra della celebre scalinata, si erge maestoso il palazzo che ospita l'Ambasciata di Spagna.
Con l'Orchestra in ranghi ridotti, quale quella che si porterà appresso Pappano, il pubblico si domanderà che musica sta ascoltando, quando Pappano dirigerà brani del 'Cappello a tre punte' di Falla', mentre potrebbe capire la ragione della presenza dell'ouverture dal 'Barbiere', per la circostanza dei 200 anni della prima a Roma ( magari però quello non era il luogo più adatto) e lo stesso dicasi della Ouverture di 'Cenerentola', scelta per altrettali ragioni anniversarie. E poi anche quel 'Concerto per arpa e flauto' di Mozart che c'azzecca? Invece, la 'Carmen' (preludio) di Bizet, c'entra per la suddetta ragione spagnola.
Non staremo ora a suggerire a Pappano un programma alternativo, anche se difficile non sarebbe a chiunque farlo ed inviarglielo. Ci sia consentito però aggiungere che non è la prima volta che Pappano, nel confezionare un programma, si perde appresso a parentele, discendenze, legami e suggestioni che solo nella sua testa prendono corpo e consistenza. Quando, addirittura, non toppa clamorosamente come è accaduto l'estate appena trascorsa, quando ha voluto dirigere, vantandosi della scelta 'fuori luogo', la 'Nona' di Beethoven allo Stadio del tennis.
P.S. Un ringraziamento di cuore a 'Repubblica' che ancora oggi, dopo che Pappano vive per molti mesi a Roma, dal 2003, finalmente ci fornisce un profilo del direttore 'italo-anglo-americano', i cui genitori emigrarono a Londra dal beneventano. Grazie, sorella Repubblica.
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