Come ti sbagli? Lui, Carlo Fuortes, dove va fa miracoli; ma sulla loro natura meglio non indagare. La sua ricetta per evitare il fallimento dell'Arena, d'accordo con 'mezzodistastro' Franceschini e con Tosi - lo stesso che ha voluto al vertice dell'Arena il 'geometra' Girondini, durante la cui gestione la fondazione veronese è sprofondata nei debiti - è la 'stagionalità' dei contratti, e la 'chiusura' per due mesi circa l'anno della fondazione. Lacrime e sangue. Intanto brinda a champagne e caviale.
La stagione appena conclusa, 47 serate in Arena- capienza: posti disponibili 13.000 circa per sera - contro le 54 della stagione 2015, ha fatto registrare un incasso superiore - come ti sbagli - alle aspettative di quasi 2.000.000 di Euro, portando l'intero incasso a quasi 22.000.000 di Euro, lui ne aveva previsti poco più di 20.000.000 di Euro.
Tolti alcuni spettacoli in programma - dalla inaugurale 'Carmen' alla serata 'Bolle' - che hanno registrato il 'tutto esaurito' o quasi, la media di spettatori paganti per ogni sera si è attestata mediamente fra i 7.000 e gli 8.000, contro una disponibilità di 13.000 ( nelle 47 serate gli spettatoti potevano essere oltre 600.000, se i biglietti fossero stati venduti tutti, e l'anno scorso, con lo stesso calcolo, intorno ai 700.000) . Complessivamente, nelle 47 serate, dai 235.000 ai 280.000 posti che invano hanno atteso invano di essere occupati da uno spettatore. Quest'anno si sono avuti 370.000 spettatori- l'anno scorso con sette serate in più se ne ebbero 407.000. E via ragionando, sul nulla: se quest'anno - fanno sapere da Verona, si fossero avute, come l'anno scorso, 54 e non 47 serate, con la media di spettatori di quest'anno si sarebbero avuti 427.000 spettatori. Quasi ogni sera metà Arena vuota. E, intanto Fuortes, e con lui anche Tosi- che, evidentemente, di numeri si intende - ringrazia Fuortes per il miracolo dell'Arena 'mezza vuota' ed esulta con lui.
Insomma l'Arena tanto invidiata per l'immensa disponibilità di posti fa acqua da tutte le parti: ha bisogno di lavoratori, anche stagionali, proprio per le sue dimensioni fuori misura; poi però non riesce a riempire i posti disponibili; e, almeno fino a qualche anno fa, lasciando la vendita di biglietti ad una agenzia, alla stessa regalava percentuali troppo 'favorevoli' sui biglietti venduti.
Tutte le istituzioni musicali, non solo in Italia, piangono la mancanza di pubblico; ma nessuna si interroga seriamente sulle ragioni, né tanto meno corre ai ripari. Per l'Arena, in particolare, si tenta di snaturare l'impronta 'popolare' dei suoi spettacoli e dei titoli proposti, con il risultato che molti di essi, quelli chic che piacciono tanto ai vari direttori artistici nel tempo, non riescono a riempire platea e gradinate dell'anfiteatro.
Perchè non provano a produrre titoli popolarissimi, ma a livelli qualitativi altissimi, e non riducono i prezzi? Se questa semplicissima duplice operazione riempisse l' Arena quasi ogni sera - come noi siamo certi - si tengano alla larga i direttori artistici 'rivoluzionari' ed 'avanguardisti' che non hanno rispetto per l'ottimo 'popolare', e si mettano al vertice della fondazione sovrintendenti che sappiano ben amministrare tale 'immeritato' tesoro , come nell'un caso e nell'altro non hanno saputo fare i vertici più recenti.
E a Fuortes, se richiamato ancora da Tosi e reso disponibile da Franceschini, non si permetta di portare a Verona il modello 'Opera di Roma' ( grandi registi, spettacoli non popolari) che è poi quello che lui ha preso pari pari dall'Auditorium, dove ha comandato, con risultati indiscutibili, per un decennio circa.
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