La diretta televisiva su Rai Movie della premiazione della 73 Mostra del Cinema di venezia è l'esatta immagine dell'Italia triste, sul punto di scoppiare a piangere.
Una musichetta di sottofondo e la lunga sequenza di giurati, di premi e premiati dei film, nelle varie sezioni della Biennale veneziana. Un asciutto resoconto ragionieristico senza un briciolo di fantasia di novità. E' questo il mondo dello spettacolo?
Annunciate le giurie e le sezioni del concorso dalla madrina della Mostra, l'attrice Sonia Bergamasco, sul paloscenico sono sfilati tutti i vincitori, dopo l'annuncio dell'assegnazione dei premi da parte dei presidenti delle varie giurie, ogni volta chiamati in causa dalla madrina.
Ricevimento del trofeo, discorso di circostanza e giù dal palco, sotto un altro. Mai una immagine di nessuno dei film premiati, neanche del vincitore del Leone d'oro. Le uniche erano quelle dei videomessaggi di due premiati assenti giustificati, uno dei quali era dell'attrice Emma Stone. Poi basta, solo facce commosse ma di circostanza.
L'unico a parlare un pò più chiaro è stato il direttore della Cineteca di Bologna che ha portato alla mostra un film di Ferreri - quasi conosciuto- restaurato, quando ha più volte chiamato in causa la Rai bollandola di colpevole dimenticanza del nostro cinema, mentre manda in onda delle schifezze inutili.
La tristezza massima, che ha generato un pianto a dirotto, è stata la lunga sequenza dei premi della giuria ufficiale. Quando accanto alla valletta che portava in palcoscenico il trofeo (Leone o Coppa) ne compariva una seconda con in mano il cofanetto di una nota casa di orologeria che aveva creato alcuni orologi, in edizione speciale per la mostra, dati in premio ai vincitori. Questa sì una vergogna di cui il presidente Baratta dovrebbe dar conto e scusarsi per lo scivolone. Uno sponsor della mostra, anche importante, basta che compaia con il suo marchio in tutta la comunicazione della Biennale.
Bene hanno fatto i vari premiati a non degnare l'orologio premio della benchè minima attenzione.
E cosi come era cominciata la premiazione è terminata, nella tristezza generale.
Nei titoli di coda abbiamo notato anche il nome di Giulio De Martino, autore dei testi. Quali? Oltre l'introduzione della Bergamasco, nella quale ha accennato ad un episodio che ha visto coinvolto il maestro Riccardo Muti al Museo di Capodimonte ( ne ha scritto lo stesso direttore sul Corriere);abbiamo ascoltato solo e sempre lapidari annunci della madrina delle sezioni della mostra o le chiamate in causa dei presidenti di giuria perchè proclamassero i vincitori o i nomi di coloro che materialmente porgevano ai vincitori il premio. Anche questi erano testi d'autore?
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