venerdì 28 febbraio 2025

Lo stile 'mafioso' di Trump che spaventa il mondo ( da Avvenire, di Giorgio Ferrari)

 

Lo stile “mafioso” che spaventa il mondo© Fornito da Avvenire

La copertina dell’Economist è più che esplicita. Donald Trump si muove come un boss della mafia, a mezza via fra Tony Soprano e Le iene di Quentin Tarantino. È così è stato, nell’avvilente faccia a faccia fra il presidente americano e Volodymyr Zelensky, umiliato e rimproverato oltre misura con toni che appartengono più al gergo di Vito Corleone e alla sua «offerta che non si può rifiutare» che a quelli di un leader occidentale. «Senza le nostre armi avresti perso la guerra in due settimane – ha detto Trump. Il problema è che ti ho dato il potere di essere un duro, non credo che lo saresti senza gli Stati Uniti. Firma l’accordo o noi siamo fuori. E se noi siamo fuori, ve la dovrete vedere da soli con la Russia. Sarà sanguinoso, ma combatterete. Se invece firmi quell’accordo, sarai in una posizione molto migliore. Non hai carte in mano».

La posta in gioco, come si vede, non è altro che il bottino in terre rare, ciò che maggiormente preme a The Donald. Il resto, la pace, il compromesso con Putin, la cessazione delle ostilità e dell’inutile strage sui fronti ucraini sembra un fatto di contorno.

«Putin è un killer, non voglio compromessi. Non sono venuto per giocare a carte», ha provato a dire Zelensky. Ma ci si è messo anche il vicepresidente Vance, l’ex ragazzo hillbilly, ora alfiere di un’America dura, pura e intransigente, la stessa che con irridente crudeltà sventola ad ogni piè sospinto l’onnipresente Elon Musk: «È irrispettoso venire nello Studio Ovale e litigare di fronte ai media americani». Risultato: Zelensky si alza e lascia la stanza del potere americano, ma di fatto è stato invitato ad andarsene con il famigerato «You’re Fired!» per cui The Donald è rimasto famoso. La conferenza stampa è annullata. Su Truth – la sua piattaforma social – Trump scrive: «Hai mancato di rispetto agli Stati Uniti». E il rispetto fra gli uomini d’onore, è tutto. Come hanno sempre saputo i vari Gambino, John Gotti, Genovese. Guai a non rispettare un boss.

Ma un po’ di dietrologia in questi casi non guasta: Zelensky è diventato una pedina ingombrante. I potenziali successori, quelli che faranno i patti leonini con la Casa Bianca e il Cremlino, già si avvistano all’orizzonte. Uno di essi è il generale Valery Zalushnyj, già comandante in capo delle forze armate ucraine, rimosso da Zelensky un anno fa. A Trump piace molto. E questo forse spiega l’imboscata mafiosa di ieri. E l’orribile pagina politica che grazie a The Donald l’America che dovrebbe ridiventare grande si è rimpicciolita come un nanerottolo da giardino.

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