Il neofascista ( o ex fascista, sebbene nessuna sconfessione da parte sua della lunghissima militanza nella destra, dall'MSI fino a Fratelli d'Italia), Nicola Colabianchi, i giornali oggi lo danno come 'indicato' dal CdI del Teatro La Fenice, presieduto dal sindaco Brugnaro, con vergognosa ipocrisia.
Nessuno avrebbe indicato Colabianchi, se la dialettica fra sindaco e ministro si fosse svolta nei termini che la legge prevede. E non a causa dei suoi trascorsi di militanza partitica ( allietava già le feste dell'MSI di Almirante) - più volte negativamente sottolineata; ma perchè il Teatro veneziano si meritava ben altre figure al vertice, di più alto profilo.
Invece, nel caso della Fenice, è stato il Ministero a IMPORRE il suo fedelissimo e non sarà il solo. Perchè le Meloni, e Giuli servitore ubbidiente, ne hanno ancora di fedelissimi, tutti molto 'scarsi', di ambo i sessi, da sistemare e presto lo faranno per occupare tutte le caselle che nelle prossime settimane e mesi si renderanno disponibili.
Nomi più prestigiosi si erano fatti, ma Brugnaro, 'leone con gli artigli spuntati', si è sottomesso al diktat del Governo, anche perchè spera il rinnovo dei finanziamenti per la salvaguardia della città. Finanziamenti dovuti e non da elemosinare.
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