venerdì 28 febbraio 2025

Colabianchi alla Fenice imposto dal Governo al sindaco Brugnaro, un leone veneziano che non fa paura e che non difende il bene e la storia del Teatro La Fenice

 Il neofascista ( o ex fascista, sebbene nessuna sconfessione da parte sua della lunghissima militanza nella destra, dall'MSI fino a Fratelli d'Italia), Nicola Colabianchi,  i giornali oggi lo danno come 'indicato' dal CdI del Teatro La Fenice, presieduto dal sindaco Brugnaro, con vergognosa ipocrisia.

 Nessuno avrebbe indicato Colabianchi, se la dialettica fra sindaco e ministro  si fosse  svolta nei termini che la legge prevede. E non a causa dei suoi trascorsi di militanza partitica ( allietava già le feste dell'MSI di Almirante) - più volte negativamente sottolineata;  ma perchè il Teatro veneziano si meritava ben altre figure al vertice, di più alto profilo.

Invece, nel caso della Fenice, è stato il Ministero a IMPORRE il suo fedelissimo e non sarà il solo. Perchè le Meloni, e Giuli servitore ubbidiente, ne hanno ancora di fedelissimi, tutti molto 'scarsi', di ambo i sessi, da sistemare e presto lo faranno  per occupare tutte le caselle che nelle prossime settimane e mesi si renderanno disponibili.

 Nomi più prestigiosi si erano fatti, ma Brugnaro, 'leone con gli artigli spuntati', si è sottomesso al diktat del Governo, anche perchè spera il rinnovo dei finanziamenti per la salvaguardia della città. Finanziamenti dovuti e non da elemosinare.


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