Nei prossimi mesi, la Russia potrebbe affrontare una serie di sfide materiali, economiche e di manodopera che potrebbero compromettere la sua capacità di proseguire l'impegno bellico in Ucraina nel medio-lungo termine. Se il tasso di perdite delle forze russe dovesse continuare al ritmo attuale, il Cremlino potrebbe trovarsi sotto una crescente pressione, dovendo fare i conti con l'esaurimento delle risorse e con l'incapacità di sostituire rapidamente il materiale bellico perso.
L'insostenibilità delle perdite materiali sul campo di battaglia
Le forze russe hanno subito pesanti perdite di veicoli e sistemi di artiglieria, una tendenza che appare insostenibile nel lungo periodo. Secondo l’Institute for the study of war (Isw), centro studi statunitense che da oltre due anni monitora con attenzione gli sviluppi del conflitto in Ucraina, la capacità industriale della Russia non è in grado di sostenere la produzione di nuovi veicoli blindati e sistemi di artiglieria a un ritmo sufficiente a compensare queste perdite. Nonostante ciò, Mosca ha cercato di mantenere la pressione sul fronte utilizzando le scorte di veicoli blindati e sistemi di artiglieria risalenti all'era sovietica, risorse che ora sono vicine all'esaurimento. Di conseguenza, le forze russe hanno ridotto l'impiego di veicoli blindati nelle zone più attive del conflitto, probabilmente per conservare questi mezzi e preservare ciò che resta delle scorte sovietiche.
Le carenze di munizioni e l'aiuto esterno
Anche la produzione di munizioni di artiglieria sta diventando una preoccupazione crescente per la Russia. Nonostante un aumento della produzione dall'inizio della guerra, il paese non è in grado di soddisfare il fabbisogno operativo, soprattutto per quanto riguarda i proiettili di artiglieria. Come risultato, la Russia è costretta a fare affidamento su alleati e partner esterni per rifornirsi. A dicembre 2024, fino al 60% dei proiettili di artiglieria e mortaio utilizzati dalle forze russe proveniva dalla Corea del Nord, che ha inviato fino a nove milioni di proiettili, segnalando così una chiara incapacità del settore industriale russo di soddisfare il proprio fabbisogno.
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Parallelamente, l'Iran ha intensificato la sua fornitura di armi alla Russia, in particolare droni Shahed, ma la portata di questo supporto resta incerta, poiché non è chiaro se Teheran possa o voglia incrementare significativamente le proprie forniture. La Cina, pur avendo ampie scorte di materiali militari, ha finora rifiutato di fornire supporto diretto alla Russia, probabilmente per evitare di compromettere le sue relazioni economiche con l'Occidente o di incorrere in nuove sanzioni internazionali.
La Russia si trova a fronteggiare difficoltà sempre più gravi nel sostenere il proprio impegno bellico in Ucraina, a causa dell'insostenibilità delle perdite materiali e della difficoltà di rifornirsi in modo adeguato. Questi fattori potrebbero spingere Mosca a cercare soluzioni alternative, compreso un eventuale accordo per porre fine al conflitto, al fine di evitare un ulteriore deterioramento delle sue capacità belliche ed economiche.
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