Donald Trump, si sa, ha sempre cavalcato teorie del complotto e fake news. E nell’ultima, vittoriosa, campagna elettorale non si è smentito. Un vizio che il presidente ha mantenuto anche dopo l’insediamento alla Casa Bianca. Come dimostra l’ultima bufala sul gradimento di Volodymyr Zelensky, che a dire di The Donald sarebbe sprofondato a un misero 4 per cento. In realtà il presidente ucraino, secondo i sondaggi, può ancora contare sulla fiducia del 57 per cento dei connazionali. Ma questa, appunto, è stata solo l’ultima fake messa in giro dal Commander in Chief. Ecco le altre, messe in fila dalla Cnn.
Per Trump Zelensky è responsabile dell’invasione russa
Sempre a proposito di Ucraina, sposando la propaganda del Cremlino Trump ha apertamente accusato Zelensky di essere responsabile dell’invasione russa, in quanto avrebbe potuto «fare un accordo subito» per evitare il conflitto. L’inquilino della Bankova, da parte sua, ha replicato che l’omologo americano «vive in una bolla di disinformazione russa». Ma non è finita qui, perché Trump ha definito Zelensky un dittatore, in quanto si rifiuta di indire nuove elezioni. A tal proposito, anche dopo l’insediamento è tornato più volte a sostenere che Joe Biden gli avrebbe rubato le Presidenziali del 2020. Anche sull’assalto a Capitol Hill il tycoon continua a ripetere la “sua” non-verità. Quando all’inizio di febbraio gli è stato chiesto perché avesse concesso la grazia ai responsabili degli scontri con gli agenti, The Donald ha affermato che erano stati in realtà loro a essere «aggrediti dal governo». I video hanno sempre mostrato il contrario. Per quanto riguarda le Presidenziali vinte, Trump si è anche vantato di aver dominato negli Swing States e in particolare nel voto dei giovani, dove avrebbe surclassato Kamala Harris di 36 punti percentuali. Gli exit poll hanno invece mostrato che i giovani, perlopiù, hanno votato per la candidata democratica.
Ius soli, atlete transgender, vaccini e autismo: le bufale del presidente
Nel tentativo di giustificare la volontà di cancellare lo ius soli, Trump ha affermato che gli Stati Uniti sono l’unico Paese al mondo a concedere cittadinanza per diritto di nascita. Ovviamente non è così. La stessa bufala l’aveva ripetuta in più occasioni durante il suo primo mandato. Motivando l’ordine esecutivo con cui ha proibito alle atlete transgender di partecipare alle gare femminili, Trump ha ricordato che due medaglie d’oro nella boxe ai Giochi Olimpici sono andate, appunto, a «pugili uomini che hanno effettuato una transizione». Un riferimento all’algerina Imane Khelif e alla taiwanese Lin Yu‑ting, che però sono nate biologicamente donne. The Donald continua inoltre a strizzare l’occhio alla teoria del complotto secondo cui i vaccini causano l’autismo. A parte il fatto che secondo gli esperti l’aumento delle diagnosi di autismo (un bambino su 36) ha probabilmente a che fare con una maggiore consapevolezza dei sintomi e con il miglioramento delle pratiche di screening, le statistiche pubbliche dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie mostrano che la prevalenza nota nel 2004 era di un bambino su 125 e non di uno su 10 mila, come sostenuto da Trump.
Dal Canada a Panama: le sparate senza confini
Appena rientrato alla Casa Bianca, Trump ha messo gli occhi sul Canada, idealmente 51esimo Stato degli Usa. D’altra parte, ha dichiarato, ai canadesi l’idea piacerebbe. In realtà si tratta di uno scenario estremamente impopolare tra i “vicini di casa”. Altra fake news è quella secondo cui il governo di Ottawa sarebbe impegnato a proibire alle banche statunitensi di fare affari sul territorio nazionale. Giustificando le sue mire sul Canale di Panama, Trump ha poi detto che la Cina sta gestendo la via d’acqua strategica per il commercio internazionale. Non è esattamente così.
Le fake news di Trump non risparmiano niente e nessuno, nemmeno i disastri
Per l’incidente tra un aereo di linea e un elicottero militare avvenuto il 30 gennaio a Washington, il presidente Usa se l’è presa con Biden e le sue politiche di inclusione, accusandolo di aver abolito i test psicologici per i controllori di volo. Un collegamento un po’ ardito. Non pago, ha puntato il dito contro il predecessore, reo di aver lanciato un programma per l’assunzione da parte della Federal Aviation Administration di persone con disabilità. Il programma esiste, ma è stato varato nel 2019 durante il primo mandato di Trump. Da un disastro all’altro. The Donald ha collegato gli incendi di Los Angeles alla decisione della California di utilizzare parte della sua acqua per proteggere il latterino, pesce che vive solo nel delta del fiume Sacramento-San Joaquin. Falso. Poi ha ordinato l’apertura di due dighe nella California centrale, per massimizzare le risorse idriche contro gli incendi: gli esperti hanno però evidenziato che l’acqua non avrebbe potuto comunque raggiungere Los Angeles, rischiando invece di inondare le aree agricole e le città della Central Valley.
Il capolavoro trumpiano: i 100 milioni in preservativi destinati a Hamas
Durante il suo primo briefing ufficiale, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha annunciato che Trump aveva sventato un piano di spesa di 50 milioni di dollari «per fornire preservativi ai palestinesi della Striscia di Gaza». Il presidente non solo ha confermato, ma ha anche aggiunto che i condom erano per Hamas. Passati alcuni giorni, ha gonfiato la cifra portandola a 100 milioni di dollari. Un classico esempio di Trumpflation, come viene chiamata la vecchia abitudine del tycoon di rendere le sue storie sempre più imprecise con il passare del tempo. E pensare che le veicola soprattutto attraverso la sua piattaforma social, che si chiama Truth: “verità”, come no.
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