Ho immaginato la scena. Il sottosegretario alla Giustizia, Delmastro - considerare attentamente i termini del problema - è stata accusato di aver rivelato al suo compagno di abitazione, Donzelli, alcuni dati sensibili che lui aveva appreso, per il suo ruolo di sottosegretario, ma che dovevano restare secretati.
Non solo Donzelli li legge attentamente ma arriva, non tenendoli per se, addirittura a trascrivere alcuni passaggi, letteralmente, e a leggerli in Parlamento quando scoppia il caso. Scatta naturalmente la denuncia e l'avvio dell'azione giudiziaria, che si conclude con la condanna a otto mesi.
'Sentenza politica', 'i giudici rossi devono essere estirpati dalla magistratura come si fa con il cancro, non mi dimetto e resto a fare il sottosegretario'. Nel giudizio, non semplice commento della sentenza, della quale non è ancora uscita la motivazione, si sono esibiti sia la Premier che il Ministro competente Nordio, che, a rigor di ruolo, avrebbe dovuto tacere. Avrebbe dovuto ma non l'ha fatto come in altri casi (come con la condanna di Toti in Liguria).
Dunque Delmastro e tutto l'attuale governo, a cominciare dalla Meloni, con lui resiste e reagisce malamente alla sentenza di condanna.
Che scena diversa ho immaginato?
La seguente. E cioè che Delmastro fosse stato condannato con pena molto più alta che prevedeva l'arresto immediato. E che Delmastro non si fosse presentato in un qualche presidio di polizia per farsi arrestare, restando nel suo domicilio, in attesa di eventi e soprattutto di verifica dell'appoggio del Governo.
Ad un certo punto visto decide di scendere e di attendere davanti al portone del palazzo l'arrivo della polizia con il mandato di arresto.
Con sua grande sorpresa, davanti al protone vi trova schierati in più file degli scudi umani - vi ricordate quella protesta sulla scalinata della Procura milanese, a favore di Berlusconi? - Donzelli, dietro di lui Nordio, e dietro ancora, quasi incollate a Delmastro le sorelle Meloni.
La polizia arriva e che fa? chiede a Donzelli - che non ha incarichi governativi, ma che in questa vicenda è involontario accusatore del suo coinquilino sottosegretario - di spostarsi. Donzelli non se lo fa dire due volte, coraggioso!- poi la polizia cerca di convincere Nordio a fare altrettanto, ma dietro il suo rifiuto, lo sposta di forza, E poi ? E poi c'è il capo del Governo e sua sorella incollati a Delmastro. E qui accade che un pubblico ufficiale si oppone ad un altro pubblico ufficiale che deve dar corso ad una sentenza della magistratura. L'agente dovrebbe arrestare Meloni, Giorgia, in flagranza di reato, per oltraggio (?), resistenza (?) a pubblico ufficiale, prima di procedere all'arresto di Delmastro che finora è rimasto calmo, perchè protetto da un simile cordone istituzionale.
A questo punto della storia non sono riuscito ad andare avanti nell'immaginazione. Sarei curioso e grato se qualcuno lo facesse al posto mio. Anche perchè temiamo che lo steso scenario si possa immaginare anche per un altro caso che a breve scoppierà, quello della Santanchè, dove a difenderla con i loro corpi ci sarebbero non le sorelle Meloni ma piuttosto Feltri, suo dichiarato amico e difensore, e soprattutto La Russa, seconda carica dello Stato, qui contro i giudici.
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